«La pausa di riflessione? Sbagliata Triste vedere le istituzioni a pezzi»
Lo scrittore Falcones: politici senza virtù, non cambierà nulla
Pedro Sánchez fa una citazione quasi letteraria, «la macchina del fango» di Umberto Eco... Ildefonso Falcones, raggiunto al telefono in serata, risponde con una lunga risata: «Di letterario in Sánchez non credo ci sia molto». Comincia così l’intervista allo scrittore più sarcastico e politicamente scorretto della Spagna contemporanea.
Cosa sta accadendo?
«È molto triste. Stiamo osservando le istituzioni andare in pezzi, la democrazia che si auto-distrugge. La mancanza di rispetto per la storia, per i principi e i diritti dei cittadini... siamo arrivati ad un punto quasi senza ritorno».
Chi sono i colpevoli?
«Tutti noi, in linea di principio. Però noi cittadini non possiamo convertirci in martiri. Si è creata una classe politica lontana dalla realtà, non hanno nulla a che fare con l’uomo comune. È evidente. Vediamo casi di corruzione costanti, permanenti, continui. E nessun chiarimento».
Sánchez accusa la destra di aver mosso una «macchina del fango» perché non accetta il risultato elettorale...
«Il problema non sono il risultato elettorale o gli attacchi alla vita privata di chicchessia. C’è un’indagine giudiziaria per un possibile reato di traffico di influenza. Significa che ci sono indizi, mi pare di capire abbastanza seri se un giudice si muove nei confronti della moglie del presidente del governo. A Sánchez sono state chieste spiegazioni al riguardo in varie occasioni, non le ha date e alla fine è giusto che ora indaghi la magistratura. La democrazia è questo. Il potere giudiziario compensa e rimedia a tutte le malefatte dei politici. Se neghiamo questa capacità, stiamo negando la democrazia».
Dall’altro lato politico, anche il compagno della governatrice di Madrid è sotto inchiesta della magistratura...
«Ma lui non è neppure il marito di Ayuso, è solo il compagno. E sono migliaia quelli che commettono frode fiscale. Anche io sono perseguito per frode fiscale, ma lotto perché emerga la verità. Che l’agenzia delle entrate accusi qualcuno, non significa che la frode sia reale. Ma se il “signore” di Ayuso ha commesso un reato è giusto che sia giudicato. E se la moglie di Sánchez ha commesso un reato, che sia giudicata pure lei. Non è un attacco da destra o da sinistra. Così funziona normalmente lo Stato di diritto».
Il premier si prende una pausa di riflessione. È un bene per la Spagna?
«Non è il modo corretto di agire per un presidente del governo. Tanto più che da tempo giornali e politici parlano di questa vicenda. Va bene, concediamoglielo. Tutti hanno diritto a riflettere sulla propria vita. Che lo faccia e che decida. Personalmente, penso che Sánchez abbia rotto il Partito socialista e abbia distrutto una politica praticata da due grandi gruppi egemonici, che si controbilanciavano, ha amnistiato dei delinquenti per mantenersi al potere... La lista è talmente lunga che potrei parlare cinquanta minuti di fila».
Adesso cosa accadrà?
«Purtroppo, continueremo sulla stessa strada. Sono disincantato, viviamo in una democrazia incompresa, e non soltanto in Spagna. Crediamo che la democrazia si esaurisca con il voto, ma non è così. La democrazia si fonda su onestà, rispetto, prudenza, discrezione, su mille altre virtù che dovrebbero avere i politici e che i politici di oggi non hanno. Né in Spagna né in molti altri Paesi. Questa mancanza di rispetto ci avvia a una situazione drammatica. È il populismo, l’abc dell’inganno di massa. Sánchez è un populista. Ma alla fine la gente continuerà a votarlo».
Lo scollamento «Ormai la classe politica è lontana dalla realtà, non ha nulla in comune con i cittadini»