La neonata morta nella culla «Era denutrita e fu percossa» I genitori vanno a processo
Pavia, la perizia: «Violenze sistematiche». I parenti parte civile
MILANO Basandoci sull’esame del medico legale, nel novembre del 2021 una neonata di tre mesi che morì, come asserito dai genitori, d’improvviso, in culla, nella casa in provincia di Pavia, per cause naturali, era stata vittima di sistematiche violenze che avrebbero potuto anche generare la crisi poi fatale. In quell’autopsia, d’altra parte, emergevano fratture in punti differenti del corpicino e in diverse fasi temporali con dunque l’ipotetico scenario di pestaggi insistiti da parte della madre, del padre, di entrambi, oppure forse di altri parenti. A giugno inizierà il processo, con rito abbreviato; la difesa degli stessi genitori è rappresentata dall’avvocato Elena Callegari, che ha scelto di non parlare con il Corriere alzando una barriera a protezione degli assistiti.
Per la Procura di Pavia le eventuali tragiche anomalie andrebbero anche oltre, addirittura, quelle percosse: la bambina gravava in un forte stato di denutrizione, con un peso molto inferiore a quello che avrebbe dovuto avere.
Giova subito dire, per quanto tutto sia relativo e al netto del riserbo dei magistrati, che il quadro famigliare non avrebbe contemplato scenari di degrado, di dipendenze dalla droga, di una quotidianità disperata, di assenze, abbandono, litigi; al contempo non risulterebbe una situazione di uguali violenze per l’altra figlia, la primogenita, che il Tribunale per i minorenni ha deciso di trasferire in comunità nell’attesa degli sviluppi giudiziari. Ci sono poi, elemento non secondario, profonde divisioni all’interno della cerchia parentale, con alcuni familiari che si sono costituiti parte civile anche se nessuno — zii, nonni, cognate — si sarebbe mai accorto di nulla nonostante un’attiva frequentazione dell’appartamento. Per fornire un obbligato dato di cronaca parliamo di un papà impiegato nell’edilizia, di origine straniera, e di una mamma italiana, casalinga: era stata proprio quest’ultima, la mattina del 28 novembre, a dare l’allarme in quanto la piccola era cianotica e aveva enormi difficoltà respiratorie; vano il successivo trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo.
Già da subito, i medici che avevano tentato di salvare la vita alla piccola avevano manifestato dubbi sulle condizioni generali di salute, proprio per quell’evidente deperimento; non c’erano, a livello superficiale, segni di percosse, ma come raccontato dal quotidiano la Provincia Pavese, che ha svelato la notizia, i vertici dell’ospedale avevano allertato la Procura, che procede per il reato di maltrattamenti. Certo non sfugge che l’opzione del rito abbreviato contenga anche, o possa contenere, dei vantaggi per la difesa qualora il lavoro del pm e della polizia giudiziaria sia stato lacunoso, e pertanto possa originare l’assoluzione per gli imputati; ma rimane agli atti il contenuto dell’esame del medico legale, con fratture specie in coincidenza delle costole della piccola, non compatibili con le classiche cadute di un neonato. O meglio, non compatibili perché troppo numerose.
Le condizioni
La piccola era apparsa deperita ai soccorritori C’erano anche fratture in più punti del corpo