Corriere della Sera

Il cuscinetto a sfera tra America e Cina

- Di Danilo Taino

Una volta avviato, con grande fatica, il nuovo finanziame­nto alla difesa dell’ucraina, gli Stati Uniti rivolgono l’attenzione all’altro lato della guerra, quello dell’invasore. Washington ha alzato i toni delle accuse a Pechino, convinta che la Cina sia e sia stata decisiva nella ricostruzi­one dell’apparato industrial­militare russo durante l’invasione lanciata da Putin nel febbraio 2022. Il segretario di Stato americano Antony Blinken è in Cina e durante la visita porrà la questione ai vertici del Partito Comunista: compresa la minaccia di imporre sanzioni alle banche cinesi che facilitano le forniture con usi militari. Non è detto che le minacce siano seguite dai fatti: il solo evocarle è però segno della preoccupaz­ione della Casa Bianca. Washington ritiene che le aziende cinesi abbiano fornito a Mosca materiale dual-use (utilizzabi­le sia per scopi civili che militari) come parti di aerei, circuiti elettronic­i, macchinari usati nell’industria bellica. Uno studio appena pubblicato dal Center for Strategic & Internatio­nal Studies (Csis), uno dei think-tank americani più prestigios­i, ha calcolato che dal marzo 2023 le forniture cinesi ai russi utilizzabi­li per la Difesa sono enormement­e aumentate. Marzo 2023, cioè in corrispond­enza della visita del leader cinese Xi Jinping a Putin. Da quel momento, le forniture con applicazio­ne militare di Pechino a Mosca sono state tra le 200 e le 230 mila al mese: un totale di quasi 1,8 milioni di transazion­i. Si è trattato di semicondut­tori, cuscinetti a sfera, parti di aerei caccia, strumenti per la navigazion­e aerea. Per esempio, al novembre scorso le esportazio­ni di cuscinetti a sfera erano aumentate del 345% rispetto al 2021 e del 2.500% quelle verso il Kirghizist­an che poi finiscono a Mosca. Le esportazio­ni di componenti meccaniche ed elettronic­he da usare negli armamenti dal marzo 2023 sono balzate a 15-17 mila contratti al mese, rispetto ad alcune centinaia in precedenza. Lo stesso per i macchinari a controllo numerico utili nell’aviazione e nella produzione di munizioni. Forse, Xi Jinping non era stato avvertito dell’invasione dell’ucraina nel 2022. Forse. Di certo, ora non vuole che Putin venga sconfitto. Washington, che ha appena approvato il finanziame­nto all’ucraina per 60 miliardi di dollari, invece non punta solo a rafforzare Kiev: vuole anche indebolire Mosca.

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