Eni, utile a 1,2 miliardi in 3 mesi Petrolio e gas: produzione +5%
Descalzi: pesa l’effetto gas, stime superate. I giudici: «Nessun greenwashing»
Il calo del prezzo del gas influisce sui conti dell’eni, che ieri mattina ha annunciato una prima trimestrale con utili in calo del 49% a 1,2 miliardi, con le quotazioni scese da 57 euro al megawattora del primo trimestre 2023 a 29 euro tra gennaio e marzo di quest’anno. Scende anche il margine di raffinazione da 11 a 8,7 dollari al barile, ma aumenta del 5% a 1.741 migliaia di barili di petrolio equivalente la produzione di idrocarburi. Ma grazie allo scenario aggiornato dei prezzi del petrolio (con il Brent a 86 dollari al barile) il gruppo ha alzato le stime sul risultato operativo, con le previsioni di Ebit proforma adjusted riviste al rialzo a oltre 14 miliardi per l’intero 2024. «I risultati finanziari del trimestre sono stati eccellenti — ha commentato il ceo Claudio Descalzi — e, assieme all’esecuzione efficiente dei nostri programmi di crescita nell’upstream e di sviluppo profittevole dei business legati alla transizione energetica, nonché alla cattura delle fasi favorevoli dello scenario, segnano una traiettoria di superamento delle previsioni economico-finanziarie di budget. Sulla base del nostro scenario aggiornato, le attese sono di un flusso di cassa operativo di oltre 14 miliardi e prevediamo di incrementare il piano 2024 di buyback del 45% a 1,6 miliardi».
E sono le due attività «satellite» legate alla transizione energetica che il Cane a sei zampe che mostrano un rialzo del risultato operativo adjusted del 56% a 420 milioni. Nel dettaglio, Plenitude ha registrato una crescita della marginalità dell’80% (Ebit proforma adjusted a 240 milioni), trainata tra l’altro dalla migliore performance del retail nei mercati internazionali nonché dall’entrata in esercizio di nuova capacità rinnovabile. Enilive ha raggiunto i 180 milioni di Ebit proforma adjusted (+30%) grazie alle maggiori lavorazioni delle biorafrante finerie e alla performance positiva dell’attività di commercializzazione. Su quest’ultimo fronte ci sono prospettiva positive dopo che ieri Eni ha annunciato la vittoria al Consiglio di Stato in merito alle accuse di greenwashing sui biocarburanti. I giudici hanno respinto la tesi Antitrust per la quale Eni avrebbe messo in atto una pratica commerciale scorretta per la campagna pubblicitaria del Diesel+. Il Consiglio di Stato ha accolto integralmente il ricorso nel procedimento con il quale la società era stata condannata a una sanzione di 5 milioni. «L’agcm — spiega l’eni —nel 2020 aveva contestato la valorizzazione in termini di beneficio ambientale della componente green costituita dalla percentuale di Hvo (biocarbu«il
Il ceo
Claudio Descalzi è amministratore delegato del gruppo Eni da maggio 2014. È uno dei ceo fondatori della Oil and Gas Climate Initiative
idrogenato) miscelata nel diesel. Con la sentenza si chiude una vicenda che ha causato a Eni un rilevante danno economico nonché reputazionale». Ora «non può dubitarsi, in linea di principio, della legittimità dell’impiego di claim “green” anche in relazione a prodotti che sono (e restano) in certa misura inquinanti ma che presentano, rispetto ad altri, un minore impatto sull’ambiente».
La sentenza
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro la multa dell’agcm sulla reclame del Diesel+