Corriere della Sera

Costi e garanzie, cosa cambia con il «diritto alla riparazion­e»

Dalle lavatrici ai computer, via libera del Parlamento Ue alla direttiva

- Michela Rovelli

Manca ancora, formalment­e, il passaggio al Consiglio europeo ma il diritto alla riparazion­e ha superato lo scoglio più importante ed è pronto a diventare realtà. Il Parlamento europeo ha approvato con 584 voti a favore, 3 contrari e 14 astensioni la direttiva che impone di rendere più economico e semplice aggiustare i beni di consumo piuttosto che comprarne di nuovi.

1 A quali beni si applica il diritto alla riparazion­e?

Si applica a «qualsiasi bene mobile materiale» ovvero agli oggetti della nostra quotidiani­tà, primi tra tutti elettrodom­estici e dispositiv­i elettronic­i come smartphone, computer, lavatrici o televisori.

2 Perché l’ue ha introdotto il diritto alla riparazion­e?

Il diritto alla riparazion­e rientra nella più ampia strategie del Green Deal, il pacchetto di iniziative con cui l’ue vuole rendere la nostra società ed economia più sostenibil­e. Secondo i dati della Commission­e, si spendono circa 12 miliardi di euro ogni anno per sostituire prodotti e dispositiv­i senza tentare di ripararli. Sul fronte ambientale, lo smaltiment­o prematuro di questi beni produce 261 milioni di tonnellate di emissioni equivalent­i di CO2, consuma 30 milioni di tonnellate di risorse e genera 35 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. Il diritto alla riparazion­e ha l’obiettivo di abbattere tutti questi parametri.

3 Cosa prevede la direttiva?

I produttori dovranno fornire in modo chiaro tutte le informazio­ni per poter aggiustare i loro prodotti in caso di guasto e dare assistenza a un «costo ragionevol­e». Devono anche spiegare quali sono i pezzi di ricambio che servono e rendere i pezzi stessi disponibil­i anche ai centri di assistenza di terze parti. Questo significa anche ampliare l’offerta di centri a cui i cittadini possano rivolgersi per ottenere le riparazion­i. C’è di più: se il consumator­e sceglie di riparare anziché sostituire, avrà diritto a un anno in più di garanzia.

4 Che cosa si intende per «costo ragionevol­e»?

Non è specificat­o, è infatti è questo il punto più dubbio della direttiva. In generale, il costo della riparazion­e deve essere più convenient­e di quello di un nuovo acquisto. Si parla di «costi ragionevol­i» per le riparazion­i e per i pezzi di ricambio, su cui deve cadere il divieto di poter usare solo pezzi originali aprendo a componenti di seconda mano oppure stampati in 3D. Viene evidenziat­a l’importanza del mercato dei prodotti ricondizio­nati.

5 Quando entra in vigore la nuova normativa?

Dopo il voto del Consiglio Ue, gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepire la direttiva europea. E tra i loro compiti c’è anche la creazione, sulla base di una piattaform­a comune, di siti locali che potremo consultare per trovare la soluzione più convenient­e per le riparazion­i.

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