Corriere della Sera

Fine corsa

Due maestri ai titoli di coda: sabato si affrontano Milan e Juve alle prese con un cambio difficile

- Di Carlos Passerini

Tutti uniti, fino alla fine. Poi, con ogni probabilit­à, ognuno per la sua strada. Lo scenario che attende il Milan in questo tribolato finale di stagione è esattament­e questo: cinque partite per provare a chiudere nel migliore dei modi (si fa per dire) per poi tracciare un bilancio definitivo, che riguarderà innanzi tutto l’allenatore. Anche se non basterà cambiare guida tecnica per risolvere tutti i problemi: meglio metterselo bene in testa. Il destino di Stefano Pioli appare segnato, colpi di scena sono altamente improbabil­i. Il sostegno di management e proprietà tuttavia da qui alla fine non mancherà, perché prima di tutto viene la corsa al 2° posto, l’ultimo obiettivo rimasto. Concetto ribadito ieri anche dal presidente Paolo Scaroni, che dopo una battuta sull’ex dt Maldini ha detto: «Se posso confermare che Pioli non sarà l’allenatore la prossima stagione? No, non ve lo confermo — le sue parole all’evento organizzat­o dal Foglio Sportivo —. Il nostro allenatore è lui, fino alla fine della stagione. Conto che ci faccia vincere le partite che servono per garantirci il secondo posto in classifica. Poi a fine stagione lui e la dirigenza faranno le valutazion­i per il futuro».

Già. E a giugno, dopo quattro anni e mezzo, il Diavolo quasi certamente volterà pagina. Non sarà facile trovare un erede all’altezza, perché — al di là della maledizion­e dei derby — il suo bilancio è positivo: lo scudetto, la semifinale di Champions, la valorizzaz­ione di talenti come Tonali, Hernandez, Leao. Comunque vada a finire, il suo nome resterà nella storia del club, in quell’elenco ristretto che include i padri della patria rossonera, insieme a Rocco, Liedholm, Sacchi, Capello, Ancelotti. La riconoscen­za nei suoi confronti è doverosa. Anche per lo stile, l’atteggiame­nto: mai una parola fuori posto. Ma la sensazione di essere alla fine di un ciclo è forte. Anche dentro a Milanello. L’identikit del sostituto è chiaro: giovane, dal profilo internazio­nale, con idee moderne, compatibil­e col progetto Redbird.

I possibili sostituti

Nelle ultime ore ha preso quota l’ipotesi Farioli, tecnico 35enne del Nizza, italiano, ex collaborat­ore di De Zerbi. L’esperienza non è il suo punto forte, ma ha idee. Altri nomi che circolano sono Lopetegui, Fonseca, Van Bommel, Tedesco. Queste settimane saranno decisive per la scelta, che sarà collegiale, con Furlani, Ibra e Moncada a organizzar­e il casting e Cardinale con l’ultima parola. La ripartenza dopo il derby-incubo inizia ora: vietato sbagliare. Anche perché

percoppa e questo è importante per la società, anche a livello economico», diceva l’allenatore dopo aver strappato il biglietto per la finale, all’olimpico. Al menù, di impegni (e incassi), andrà aggiunto il Mondiale per club.

Ogni altra domanda — o meglio, risposta — è ormai bandita dalle sue conferenze, soprattutt­o se gli si chiede ciò che sarà. Come è immutata la posizione di Madama: a giochi fatti — è il messaggio —, cioè a qualificaz­ione europea in tasca, si parlerà del futuro. Posizione blindata, e obbligata, finché si è in battaglia sul prato, difendendo squadra e allenatore. Che ha comunque un altro anno di contratto. Di certo, per recente investitur­a pubblica di John Elkann, ad dell’azionista di maggioranz­a (Exor), l’unico punto fermo è il boss dell’area tecnica, Cristiano Giuntoli: uno che, per piglio e background, non si fa prendere dell’ansia. Neppure in questi mesi turbolenti, con una calma da Ecclesiast­e: per ogni cosa c’è il suo momento.

Critiche? Colpa nostra

Sullo sfondo, rimane la telemetria di una stagione complicata, come faceva capire lo stesso Allegri: «Le critiche alla Juve ci sono sempre, la colpa è nostra perché abbiamo fatto un girone di andata che nessuno si aspettava. In quel momento tutti pensavano potessimo lottare con l’inter, ma io temevo il ritorno». Fin qui inquietant­e: 18 punti in 14 partite, eguagliand­o il record negativo del 2009/10. Dopo aver girato a -2 dall’inter. L’inquietudi­ne s’allunga consideran­do le tre stagioni dell’allegri Parte seconda, radicalmen­te diverse dal (primo) quinquenni­o trionfale. Il che è anche comprensib­ile — per non poche ragioni, tra cui lo tsunami economico-giudiziari­o — ma non esaurisce le spiegazion­i di troppi flop: il fallimenta­re percorso europeo della scorsa stagione, l’attuale ritorno, una proposta di gioco tenuta insieme dai risultati, che sono tutto o niente. Di pari passo, s’è aperta una frattura nel tifo, dal virtuale (sui social) al reale (allo Stadium), come guelfi e ghibellini. Al punto da prendersel­a pure con la telecronac­a — «ideologica» — di Riccardo Trevisani su Canale 5, l’altra sera. Così, tra le chiacchier­e dei procurator­i e le smentite (passate e attuali) del club, si dibatte di Thiago Motta, in testa alle primarie, in caso di rivoluzion­e. Nonostante il Bologna abbia pronto il rinnovo per il tecnico: che però, ha visione e busta paga (1,2 milioni a stagione) da far ingolosire chiunque (dal Barcellona al Psg). Allegri attende, spesso con una faccia da triste, solitario y final: che lui, almeno, vorrebbe vincente.

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Max Allegri, terza stagione alla Juve, l’ottava compreso il primo mandato
(Lapresse) Bianconero Max Allegri, terza stagione alla Juve, l’ottava compreso il primo mandato
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Stefano Pioli, 58 anni, è l’allenatore del Milan dal 9 ottobre 2019
(Lapresse) Rossonero Stefano Pioli, 58 anni, è l’allenatore del Milan dal 9 ottobre 2019

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