Corriere della Sera

Federazion­e e Lega è tutti contro tutti E Abodi punge Malagò

Scaroni: Maldini vive male passato e presente La replica: se guardo indietro, rido soltanto

- di Pierfrance­sco Catucci e Monica Colombo

MILANO Dopo il derby scudetto, San Siro è il teatro dell’ennesima puntata della resa dei conti tra Figc e Lega serie A. I protagonis­ti sono i presidenti Gabriele Gravina e Lorenzo Casini, con i numeri uno del Milan Scaroni e il ministro dello Sport Abodi, che ne approfitta­no per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

Dal palco de «Il Foglio a San Siro», il convegno annuale organizzat­o dal quotidiano, il primo a intervenir­e è Gravina che risponde alle dichiarazi­oni di martedì di Casini: «Parlare di derive autoritari­e è una mancanza di rispetto istituzion­ale». Prima di affondare il colpo su Lotito e il «lotitismo»: «Non so come sia possibile che in Italia alcuni personaggi possano fare parte di consiglio federale, consiglio di Lega, essere proprietar­i di una società di calcio e senatori. Ci sono soggetti che pensano di gestire il mondo del calcio a proprio piacimento».

La replica (a distanza) di Lotito è immediata: «È pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti per difendersi dalle responsabi­lità sullo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuisc­ono.

La mia posizione mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni».

Sempre da San Siro anche la pronta risposta di Casini: «Nei poteri federali, la serie A è sottodimen­sionata e questo porta a conseguenz­e. Se non si disegna bene il sistema, si rischiano derive autoritari­e». Nella polemica si infila anche Scaroni che punge Maldini: «Quando qualcuno guarda al suo passato con un certo tasso di acrimonia, vuol dire che non sta vivendo benissimo il presente». Replica dell’ex campione rossonero: «Se guardo al mio passato, non riesco a smettere di sorridere». Scaroni risponde anche a Galliani che aveva definito rozzo il tema della riduzione della serie A a 18 squadre, promosso da Milan-inter-juveroma: «Andrò a lezioni di savoir-faire da lui. Passare a 18 squadre sarà un fatto di forza di gravità: avverrà perché non possiamo più continuare a giocare così tante partite. È a rischio la salute dei giocatori». Interviene Marotta, ad dell’inter: «La A rivendica una presenza più forte, ma ci si può arrivare col dialogo, non con il muro contro muro».

Nel tutti contro tutti si inserisce anche il ministro Abodi che lascia partire la sua frecciata a Malagò, in riferiment­o alla scadenza del suo mandato da presidente del Coni nel 2025: «Non credo agli uomini e alle donne della provvidenz­a. Quando un mandato finisce, la vita continua e il mondo va avanti».

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