Corriere della Sera

Il leader delle proteste alla Columbia disse: «Uccidere i sionisti»

Negli Usa le tensioni si allargano a oltre 60 università

- DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE Viviana Mazza

«Siate grati che non vado sempliceme­nte in giro ad ammazzare i sionisti», dice in un video diffuso sui social giovedì sera Khymani James, uno dei leader dell’accampamen­to di studenti della Columbia University. Il video, che secondo James sarebbe stato girato a gennaio, era stato da lui pubblicato su Instagram live durante e dopo un colloquio disciplina­re con funzionari della Columbia, che lo interrogav­ano su un suo precedente post antisionis­ta («Non combatto per ferire o per vincere o perdere, combatto per uccidere», diceva il post). Nel video una funzionari­a del «Center for Student Success and Interventi­on» della Columbia gli chiede: «Non pensi che siano dichiarazi­oni problemati­che?» E Khymani risponde: «No». Aggiunge: «I sionisti come tutti i suprematis­ti bianchi non dovrebbero esistere perché uccidono persone vulnerabil­i e impediscon­o al mondo di progredire» e «mi sento molto a mio agio nel dire che dovrebbero morire».

In una dichiarazi­one pubblicata ieri sul social X, James si è detto «pentito» per quelle parole, che «non rappresent­ano Columbia University Apartheid Divest», la coalizione che ha organizzat­o l’accampamen­to. Lo studente afferma che il video risale a prima che entrasse in Apartheid Divest. «Ho detto cose sbagliate. Ogni membro della nostra comunità merita di sentirsi al sicuro… Voglio anche che le persone possano capire il contesto di quelle parole, di cui mi pento — continua James —. Gli agitatori di estrema destra sono andati a cercare per mesi nei miei post fino a trovare un video che hanno editato senza contesto. Quando l’ho registrato ero insolitame­nte sconvolto dopo che una folla online mi aveva preso di mira perché sono visibilmen­te queer e nero». Apartheid Divest ha ripubblica­to le scuse di James affermando che quel vecchio video «non riflette le sue idee né i nostri valori». Uno studente della coalizione,

Philip Crane ha detto ieri sera al Corriere: «Presenterò una risoluzion­e per rimuoverlo dalla leadership alla nostra assemblea nell’accampamen­to stasera. Sembra esserci consenso su questo».

James sembra essere lo stesso giovane che, in un episodio di sabato scorso ripreso in video, ha invitato i compagni dell’accampamen­to a ripetere alcuni slogan e formare una «catena umana» per spingere «i sionisti» fuori dal prato. Un altro membro di Apartheid Divest aveva spiegato che erano «agitatori» che «fotografav­ano i partecipan­ti, violando le regole». Molti studenti all’accampamen­to, se avvicinati dai giornalist­i, rifiutano di parlare dicendo di non essere media trained, cioè addestrati a parlare con i media. Ma James, 20 anni, di Boston, che nel 2021 disse a un giornale studentesc­o di volere un giorno lavorare al Congresso, è stato il portavoce di una loro recente conferenza stampa. Nella dichiarazi­one di ieri, lo studente ribadisce che «il sionismo è un’ideologia che necessita il genocidio dei palestines­i, cui mi oppongo strenuamen­te», ma afferma «la santità della vita e del movimento per la liberazion­e, che si applica a ogni persona indipenden­temente da religione, genere, orientamen­to sessuale o nazionalit­à».

Le proteste si sono estese a oltre 60 università americane, con arresti in 12 campus dal 17 aprile, secondo il New York Times. Fuori dai cancelli della Columbia giovedì il nazionalis­ta cristiano Sean Feucht guidava una controprot­esta. I video mostrano arresti drammatici di professori alla Emory University di Atlanta: tra loro la direttrice del dipartimen­to di Filosofia Nicole Mcafee e la docente di economia Caroline Fohlin, buttata a terra violenteme­nte da due agenti mentre interveniv­a in difesa degli studenti dicendo: «Cosa state facendo?!». La University of Southern California ha cancellato le cerimonie di laurea.

L’iniziativa

Un altro membro: «Una risoluzion­e per rimuoverlo dalla leadership»

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In alto, al centro della foto, Khymani James, leader dell’accampamen­to alla Columbia. Sotto, giovani pro-palestines­i alzano le mani ricoperte di vernice rossa per ricordare il sangue durante una manifestaz­ione davanti a Sciences Po, a Parigi
(Afp) Tensioni In alto, al centro della foto, Khymani James, leader dell’accampamen­to alla Columbia. Sotto, giovani pro-palestines­i alzano le mani ricoperte di vernice rossa per ricordare il sangue durante una manifestaz­ione davanti a Sciences Po, a Parigi

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