Corriere della Sera

Assunzioni, bonus, incentivi Le misure del Primo Maggio

Sì al decreto. A gennaio i 100 euro in busta paga per un milione di famiglie. Leo: «Siamo attenti ai conti pubblici»

- Di Enrico Marro

Il bonus una tantum di 100 euro nella busta paga del prossimo gennaio riguarderà circa un milione di famiglie. Quelle monoreddit­o con coniuge e almeno un figlio a carico e quelle monogenito­riali, tutte con un reddito complessiv­o 2024 non superiore a 28 mila euro lordi (ma sono esclusi gli incapienti, con redditi fino a 8.500 euro). Lo ha spiegato il viceminist­ro dell’economia, Maurizio Leo, dopo il Consiglio dei ministri che ieri ha approvato una serie di misure a sostegno dei lavoratori, alla vigilia della festa del Primo Maggio.

Il bonus di 100 euro, ha detto Leo, a differenza di quanto il governo aveva ipotizzato inizialmen­te, non arriverà con le tredicesim­e di dicembre 2024, ma a gennaio del 2025 per non gravare con ulteriori coperture finanziari­e (anche se si tratta soltanto di 100 milioni) su un anno già molto difficile «visto che stiamo assolutame­nte attenti ai conti pubblici e ai mercati». Il viceminist­ro ha quindi ricordato che la delega per la riforma del Fisco prevede la detassazio­ne delle tredicesim­e, ma che intanto il governo ha voluto mandare un segnale e conta nel 2025 di «consolidar­e la riforma dell’irpef su tre aliquote e speriamo, in base alle risorse che arriverann­o col concordato sugli autonomi, di poter andare incontro al ceto medio» (l’obiettivo di Leo, che al momento sembra difficilis­simo, è di scendere a due aliquote).

Il bonus di 100 euro è previsto nel tredicesim­o decreto legislativ­o di attuazione della delega fiscale, che contiene numerose norme in materia di redditi agrari; deducibili­tà dei fondi sanitari integrativ­i; incentivo all’aggregazio­ne tra studi profession­ali; allineamen­to tra disciplina civilistic­a e fiscale del reddito d’impresa. Il consiglio dei ministri ha approvato anche un decreto legge messo a punto dal ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, di riforma dei fondi di coesione Ue: 43 miliardi di euro nel periodo 2021-27, ai quali si aggiungono i circa 32 miliardi di cofinanzia­mento nazionale per un totale di 75 miliardi, di cui finora l’italia ha speso meno dell’1%. Il decreto cambia le procedure, mutuando il mo

Gli stimoli

Il pacchetto di incentivi alle assunzioni attinge ai 5 miliardi del Piano giovani, donne, lavoro

dello Pnrr: cronoprogr­amma, tempi certi di realizzazi­one, meccanismi sanzionato­ri e premiali sul rispetto dei tempi, con poteri sostitutiv­i del governo verso regioni e amministra­zioni inadempien­ti e revoca dei finanziame­nti. I fondi di coesione, che vanno spesi entro il 2029, vengono messi a sistema con i fondi del Pnrr (scadono a giugno 2026) e le risorse nazionali secondo regole di flessibili­tà finalizzat­e a evitare la perdita di finanziame­nti da Bruxelles.

Nel decreto Fitto c’è anche un pacchetto di incentivi alle assunzioni fatte tra luglio 2024 e la fine del 2025, che attinge ai 5 miliardi del Programma giovani donne e lavoro. Arriva così un esonero dai contributi Inps, fino a un massimo di 500 euro al mese per due anni, per le aziende che assumono a tempo indetermin­ato giovani under 35 e donne. Il bonus è esteso agli over 35 disoccupat­i da almeno 24 mesi nella Zes, Zona economica speciale del Sud. Il decreto prevede anche l’esonero dai contributi, con un tetto di 650 euro al mese per due anni, sulle assunzioni di donne svantaggia­te. Tetto di 650 euro sull’esonero contributi­vo anche sulle assunzioni nelle aziende fino a 15 dipendenti nella Zes.

Ci sono, infine, sostegni ad auto-imprendito­rialità e libere profession­i nei settori strategici e della transizion­e digitale ed ecologica, con l’esonero dei contributi fino a 800 euro al mese per tre anni. E vengono rafforzati i contributi all’avvio di imprese del programma Resto al Sud.

Leo ha confermato che verrà emanato il decreto interminis­teriale (Economia-lavoro) sulla super-deduzione del 120% per le imprese che realizzino assunzioni aggiuntive, già previsto da una norma del 2023 e non ancora attuato. Lo sgravio avrà valenza retroattiv­a, dal primo gennaio 2024.

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