Pil, l’italia va meglio del previsto Crescita allo 0,3%, la Spagna corre
Manca l’effetto del Superbonus. Europa in ripresa. L’inflazione rallenta allo 0,9%
Il dato è provvisorio, e a circondare i numeri dell’economia come vedremo c’è molta incertezza, ma positivo. Nel primo trimestre di quest’anno l’economia italiana è cresciuta, secondo i dati preliminari dell’istat, dello 0,3% rispetto a fine 2023. Rispetto al primo trimestre del 2023 il Pil è in aumento dello 0,6%, un tendenziale che si avvicina alle previsioni del governo, l’1% nel 2024, e la variazione già acquisita è di 0,5 punti. Hanno tirato tutti i comparti produttivi, agricoltura, industria e servizi. Più per l’export che per la domanda interna, grazie anche alla ripresa dell’economia tedesca, altro buon segnale, insieme al continuo calo dell’inflazione interna, che secondo l’istat ad aprile è scesa allo 0,9% annuo.
Tassi e consumi
In Germania il Pil del primo trimestre è cresciuto dello 0,2%, dopo un quarto trimestre del ‘23 pessimo con un calo dello 0,5%, peggiore di quello stimato finora (-0,3%), in Francia dello 0,2%, nella zona euro e nella Ue a 27 la crescita è stata dello 0,3%, dopo un calo dello 0,1% a fine 2023, con la Spagna che corre (+0,7%, +2,4% annuo). L’inflazione in zona euro è stabile al 2,4%, ma in Italia meno della metà. Secondo il Commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, la crescita potrà accelerare nel 2024 grazie ai rinnovi salariali, i consumi interni e, soprattutto alla riduzione dei tassi d’interesse ufficiali della Banca centrale europea, che molti governi, primo tra tutti quello italiano, sollecitano.
Prezzi in calo
In Italia l’indice dei prezzi al consumo ad aprile è salito dello 0,2% su gennaio, portando il tasso di crescita annua allo 0,9%, quando a marzo era all’1,2%. L’inflazione di fondo, che non tiene conto dei prezzi energetici, passa dal 2,3 al 2,2% annuo, mentre la crescita del costo del “carrello della spesa” scende dal 2,6 al 2,4% annuo. Il tutto per effetto di un calo sempre più pronunciato dei prezzi dei beni (da -0,2 a -0,6% annuo) e di un rallentamento della crescita del costo dei servizi dal 3 al 2,9%.
La spesa
La stima del Pil, come detto, è preliminare ed incerta, come sottolinea lo stesso Istat. Le revisioni dei dati trimestrali del passato applicate con la diffusione dei dati di ieri sono, per giunta, particolarmente ampie. A fine gennaio, ad esempio l’istat ipotizzava per il terzo trimestre del 2023 un modesto +o,1%, (ritoccato il 5 marzo a +0,2), che ieri è diventato +0,4%. Ma per il primo trimestre ’23 si scende da +0,5 a +0,4%, nel quarto da +0,2 a +0,1, e l’effetto complessivo è nullo, quando anche le agenzie di rating come Fitch si aspettavano di vedere uno scatto dovuto alla straordinaria spesa per il Superbonus 11o%. Magari l’impatto sul Pil si vedrà più avanti. Per ora sul 2023, anno record dei bonus edilizi con 76 miliardi di spesa pubblica finanziata al 110%, e il deficit pubblico al 7,4% del Pil, dell’effetto 110% non c’è traccia. Nel ’22, con la spesa per i bonus a 66 miliardi e il deficit all’8%, il Pil era cresciuto del 4%. Nel 2023, revisioni incluse, siamo ancora ad un modesto + 0,9%.