Corriere della Sera

Pil, l’italia va meglio del previsto Crescita allo 0,3%, la Spagna corre

Manca l’effetto del Superbonus. Europa in ripresa. L’inflazione rallenta allo 0,9%

- Mario Sensini

Il dato è provvisori­o, e a circondare i numeri dell’economia come vedremo c’è molta incertezza, ma positivo. Nel primo trimestre di quest’anno l’economia italiana è cresciuta, secondo i dati preliminar­i dell’istat, dello 0,3% rispetto a fine 2023. Rispetto al primo trimestre del 2023 il Pil è in aumento dello 0,6%, un tendenzial­e che si avvicina alle previsioni del governo, l’1% nel 2024, e la variazione già acquisita è di 0,5 punti. Hanno tirato tutti i comparti produttivi, agricoltur­a, industria e servizi. Più per l’export che per la domanda interna, grazie anche alla ripresa dell’economia tedesca, altro buon segnale, insieme al continuo calo dell’inflazione interna, che secondo l’istat ad aprile è scesa allo 0,9% annuo.

Tassi e consumi

In Germania il Pil del primo trimestre è cresciuto dello 0,2%, dopo un quarto trimestre del ‘23 pessimo con un calo dello 0,5%, peggiore di quello stimato finora (-0,3%), in Francia dello 0,2%, nella zona euro e nella Ue a 27 la crescita è stata dello 0,3%, dopo un calo dello 0,1% a fine 2023, con la Spagna che corre (+0,7%, +2,4% annuo). L’inflazione in zona euro è stabile al 2,4%, ma in Italia meno della metà. Secondo il Commissari­o Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, la crescita potrà accelerare nel 2024 grazie ai rinnovi salariali, i consumi interni e, soprattutt­o alla riduzione dei tassi d’interesse ufficiali della Banca centrale europea, che molti governi, primo tra tutti quello italiano, sollecitan­o.

Prezzi in calo

In Italia l’indice dei prezzi al consumo ad aprile è salito dello 0,2% su gennaio, portando il tasso di crescita annua allo 0,9%, quando a marzo era all’1,2%. L’inflazione di fondo, che non tiene conto dei prezzi energetici, passa dal 2,3 al 2,2% annuo, mentre la crescita del costo del “carrello della spesa” scende dal 2,6 al 2,4% annuo. Il tutto per effetto di un calo sempre più pronunciat­o dei prezzi dei beni (da -0,2 a -0,6% annuo) e di un rallentame­nto della crescita del costo dei servizi dal 3 al 2,9%.

La spesa

La stima del Pil, come detto, è preliminar­e ed incerta, come sottolinea lo stesso Istat. Le revisioni dei dati trimestral­i del passato applicate con la diffusione dei dati di ieri sono, per giunta, particolar­mente ampie. A fine gennaio, ad esempio l’istat ipotizzava per il terzo trimestre del 2023 un modesto +o,1%, (ritoccato il 5 marzo a +0,2), che ieri è diventato +0,4%. Ma per il primo trimestre ’23 si scende da +0,5 a +0,4%, nel quarto da +0,2 a +0,1, e l’effetto complessiv­o è nullo, quando anche le agenzie di rating come Fitch si aspettavan­o di vedere uno scatto dovuto alla straordina­ria spesa per il Superbonus 11o%. Magari l’impatto sul Pil si vedrà più avanti. Per ora sul 2023, anno record dei bonus edilizi con 76 miliardi di spesa pubblica finanziata al 110%, e il deficit pubblico al 7,4% del Pil, dell’effetto 110% non c’è traccia. Nel ’22, con la spesa per i bonus a 66 miliardi e il deficit all’8%, il Pil era cresciuto del 4%. Nel 2023, revisioni incluse, siamo ancora ad un modesto + 0,9%.

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