Sgarbi con FDI (dopo le dimissioni) «Una ricompensa? No, servono voti e io li porterò»
MILANO Costretto alle dimissioni da sottosegretario alla Cultura dopo che l’antitrust gli aveva contestato l’incompatibilità, a febbraio, Vittorio Sgarbi torna subito in campo. «Ho firmato la mia candidatura alle elezioni europee con Fratelli d’italia».
Una ricompensa politica dopo il suo passo indietro dal governo? «Non si danno ricompense. Qui servono voti e io li porterò: spero di correre nel Nord Est, dove nel ‘99 conquistai 100 mila preferenze — aggiunge —. Avevo iniziato a parlare di questa possibilità con la premier Meloni subito dopo le mie dimissioni. E ora ne ho riparlato con La Russa», fondatore di FDI e oggi presidente del Senato.
Il ritorno in campo del vulcanico professore coglie di sorpresa esponenti del centrodestra, gli stessi che avevano fatto pressioni su Palazzo Chigi chiedendone le dimissioni ben prima che l’antitrust affermasse che Sgarbi aveva «esercitato attività professionali in veste di critico d’arte, in materie connesse con la carica di governo, a favore di soggetti pubblici e privati, in violazione della legge 20 luglio 2004, n. 215». Una «sentenza» che a inizio anno non lasciò scampo al sottosegretario, che, oltre al suo ruolo alla Cultura, come vice del ministro Sangiuliano, era arrivato a collezionare 17 poltrone tra istituzioni pubbliche e private.
«I miei detrattori mi accusano ancora? Non ne vedo il motivo — aggiunge ancora Sgarbi —. A febbraio ho dato le dimissioni, perché l’antitrust mi aveva contestato l’incompatibilità con un provvedimento». E poi: «Ma a breve verrà resa giustizia anche su questo atto: ho presentato ricorso al Tar e a luglio arriverà la sentenza». Sgarbi ribadisce poi di aver parlato, fin dall’inizio, con Meloni e La Russa: «La candidatura a Bruxelles è un tema di cui potremo discutere... E loro sono stati di parola».
«L’accondiscendenza di Sgarbi a lasciare la poltrona è stata “ricompensata” con una candidatura a Bruxelles nelle liste di FDI — contestano dal M5S —. Meloni tiene così tanto all’immagine dell’italia da candidare un personaggio la cui vicenda ha destato un clamore mediatico anche sulla stampa estera talmente grande da ingenerare ironie e stupore».
Subito dopo il mio addio da sottosegretario ho parlato con Meloni e La Russa della candidatura Sono stati di parola