Corriere della Sera

Sgarbi con FDI (dopo le dimissioni) «Una ricompensa? No, servono voti e io li porterò»

- Claudio Bozza © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MILANO Costretto alle dimissioni da sottosegre­tario alla Cultura dopo che l’antitrust gli aveva contestato l’incompatib­ilità, a febbraio, Vittorio Sgarbi torna subito in campo. «Ho firmato la mia candidatur­a alle elezioni europee con Fratelli d’italia».

Una ricompensa politica dopo il suo passo indietro dal governo? «Non si danno ricompense. Qui servono voti e io li porterò: spero di correre nel Nord Est, dove nel ‘99 conquistai 100 mila preferenze — aggiunge —. Avevo iniziato a parlare di questa possibilit­à con la premier Meloni subito dopo le mie dimissioni. E ora ne ho riparlato con La Russa», fondatore di FDI e oggi presidente del Senato.

Il ritorno in campo del vulcanico professore coglie di sorpresa esponenti del centrodest­ra, gli stessi che avevano fatto pressioni su Palazzo Chigi chiedendon­e le dimissioni ben prima che l’antitrust affermasse che Sgarbi aveva «esercitato attività profession­ali in veste di critico d’arte, in materie connesse con la carica di governo, a favore di soggetti pubblici e privati, in violazione della legge 20 luglio 2004, n. 215». Una «sentenza» che a inizio anno non lasciò scampo al sottosegre­tario, che, oltre al suo ruolo alla Cultura, come vice del ministro Sangiulian­o, era arrivato a colleziona­re 17 poltrone tra istituzion­i pubbliche e private.

«I miei detrattori mi accusano ancora? Non ne vedo il motivo — aggiunge ancora Sgarbi —. A febbraio ho dato le dimissioni, perché l’antitrust mi aveva contestato l’incompatib­ilità con un provvedime­nto». E poi: «Ma a breve verrà resa giustizia anche su questo atto: ho presentato ricorso al Tar e a luglio arriverà la sentenza». Sgarbi ribadisce poi di aver parlato, fin dall’inizio, con Meloni e La Russa: «La candidatur­a a Bruxelles è un tema di cui potremo discutere... E loro sono stati di parola».

«L’accondisce­ndenza di Sgarbi a lasciare la poltrona è stata “ricompensa­ta” con una candidatur­a a Bruxelles nelle liste di FDI — contestano dal M5S —. Meloni tiene così tanto all’immagine dell’italia da candidare un personaggi­o la cui vicenda ha destato un clamore mediatico anche sulla stampa estera talmente grande da ingenerare ironie e stupore».

Subito dopo il mio addio da sottosegre­tario ho parlato con Meloni e La Russa della candidatur­a Sono stati di parola

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