Columbia, occupazione come nel ’68 L’ateneo: espelliamo i responsabili
Studenti nella Hamilton Hall. Democratici e Casa Bianca all’attacco: non è una lotta pacifica
NEW YORK Tavolini e panche di ferro sono stati spostati per bloccare l’ingresso alla Hamilton Hall dall’esterno. Una decina di studenti con il volto coperto fanno la guardia accampati ai piedi della statua del primo segretario del Tesoro degli Stati Uniti; hanno passato la notte lì. Una sessantina di compagni, dopo aver fatto irruzione rompendo con un martello il vetro della porta, hanno occupato l’edificio nella notte, usando i mobili per barricarsi dentro. Uno di loro, Iam, tra i leader dell’accampamento, si è affacciato riconoscibile in volto. Dal balcone pende il manifesto: «Hind’s Hall». «L’abbiamo chiamato come Hind Rajab, la bambina di sei anni uccisa nella guerra di Israele a Gaza», ci dice uno degli studenti della coalizione Apartheid Divest che spiega di aver lasciato l’accampamento lunedì pomeriggio per evitare la sospensione, quando la preside Shafik ha dato l’ultimatum; ma insieme ad alcune centinaia di compagni ha partecipato dopo la mezzanotte tra lunedì e martedì ad una marcia dentro il campus. A quel punto «un sottogruppo di studenti» ha preso la «decisione autonoma» di occupare Hamilton Hall. Sacha Biazzo, uno studente italiano di Giornalismo rimasto dentro il campus con alcuni colleghi con l’appoggio di Asmat Khan, loro docente e giornalista del New York Times, racconta: «Ci sono stati momenti di tensione quando alcuni studenti pro-israele contrari all’occupazione di Hamilton Hall ha cercato di spostare i tavoli e le sedie». La Columbia ora promette l’espulsione di chi occupa l’edificio e la sospensione di chi resta nelle tende (pochi: la gran parte del cibo è stato spostato a Hamiton Hall anche attraverso corde e cestelli calati dal secondo piano). Il campus è semi-deserto, in lockdown, chiuso anche a professori e agli studenti che non risiedono nei dormitori; è entrato ieri il personale essenziale e per due ore ad un gruppo di giornalisti. Le lezioni sono online, alcuni esami rimandati.
Quello dei manifestanti vuole essere un gesto simbolico che si richiama il 1968, quando Hamilton Hall fu il primo edificio occupato contro la guerra in Vietnam. «Il dipartimento di Storia aveva tenuto un evento proprio lunedì pomeriggio sul ‘68: c’erano molti studenti», ci dice Stephanie Mccurry, una dei docenti che indossando gilet arancioni hanno protetto per due settimane l’accampamento, difendendo il diritto a protestare, opponendosi all’intervento della polizia e chiedendo l’annullamento delle sospensioni degli studenti. Ma ora la Casa Bianca denuncia l’escalation: «Non è un esempio di protesta pacifica», ha detto John Kirby, portavoce di Biden. Il senatore democratico di New York Chuck Schumer si augura che ricevano una adeguata punizione:
Il docente italiano Marco Tedesco ha raggiunto la figlia, studentessa, che era al campus: «Che notte»
«Prendere a martellate i vetri e occupare gli edifici non è libertà di espressione, è illegalità». Molti professori non si aspettavano questa svolta, sono preoccupati e arrabbiati. «Che notte», ci dice Marco Tedesco, docente italiano la cui figlia, studentessa, era nell’ateneo con amici lunedì notte perché aveva saputo degli eventi. Si è precipitato al campus, temendo l’intervento della polizia, assistendo all’occupazione di Hamilton Hall. Alcuni professori danno la colpa dell’escalation a Shafik, che ha chiamato la polizia il 18 aprile. I docenti del Barnard College hanno sfiduciato la loro preside Laura Rosenbury. Il sindaco Adams ha dato la disponibilità della polizia. Hamilton Hall fu occupata anche nel 1972 e nel 1985. Gli agenti per sgomberarli sono entrati dai tunnel.