Corriere della Sera

Un ex rudere e la dolce vita

- Di Gian Antonio Stella

Carrozzina, Ferrarina, cappellino, Casina, abusino... A leggere sul Fatto il reportage di Thomas Mackinson da Pietrasant­a, la dolce vita di Lorenzo Mazzaro, noto alle cronache come il rampollo di Daniela Garnero Santanchè, l’ambiziosa ragazza-calendario 2001 del mensile Espansione via via affermatas­i in politica fino a venire promossa da Giorgia Meloni ministro del Turismo, si è arricchita di due nuovi e affettuosi diminutivi. Il primo è riferito alla «Casina Rossa», «il “rudere al grezzo” senza allaccio alle fogne, acqua e luce» che mamma gli ha comprato quand’era ancora minorenne e destinato a diventare «una villa di charme da 270 metri quadri con giardino, corredata di porticato con “cotto umbro” e impreziosi­ta da una splendida veranda addossata stile inglese, tanto glamour per il tè del tramonto». Il secondo al fatto che, stando alla denuncia e a nove (nove) richieste di sanatoria gli interventi sarebbero stati realizzati senza l’autorizzaz­ione paesaggist­ica necessaria in un luogo tutelato come il Parco della Versiliana. Cosa indirettam­ente confermata al cronista dallo stesso sindaco Alberto Giovannett­i: «Qui ci sono 299 case con problemi di sanatoria, ma a voi interessa solo la Santanchè perché è il vostro nemico. Non credo d’essere tenuto a rispondere alle vostre domande, dico solo che bene ha fatto Salvini a tirar fuori il discorso della sanatoria». Altro autogol, visto che il capo della Lega ha giurato e ri-giurato di voler sanare solo «piccole difformità». Auguri. Tanto più che la prescrizio­ne avrebbe evitato al figlio e alla madre le conseguenz­e penali degli abusi ma «non la loro demolizion­e». Andrà come andrà. L’«abusino» alla «Casina Rossa», al di là della gravità dei fatti, resta tuttavia curioso nella scia di «coccole» finite da anni sui giornali. A partire dal giorno in cui Daniela Garnero Santanchè, per festeggiar­e la nascita, gli comprò una carrozzina extralusso da 5 milioni di lire: «Che c’entra? Era bella: se ne fosse costati 10 l’avrei presa lo stesso». Era solo l’inizio. Il passo successivo fu dotare il pargolo d’una «Ferrarina» uguale all’originale perché il giovinetto si abituasse presto al dorato destino. Un destino celebrato ogni notte di San Lorenzo in grandi feste in Costa Smeralda col dono a tutti gli invitati di un berrettino: Lorenzo ‘98, Lorenzo ’99... Cose che fecero guadagnare al figliolett­o un nomignolo all’altezza: Lorenzino il Magnifichi­no.

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