Frenata di Stellantis, giù in Piazza Affari
Nel trimestre fatturato in calo del 12%. Il titolo cede il 10,1%. Il gruppo: ci attendiamo un margine a due cifre
Stellantis ha pubblicato ieri i suoi risultati trimestrali che hanno evidenziato un fatturato sceso del 12%, fermo a 41,7 miliardi ( l’ agenzia Reuters si aspettava 42,6 miliardi), il 12% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023, dovuto essenzialmente ad un calo delle vendite del 10%, attestato a 1.335.000 unità. Immediata la reazione della Borsa, dove i titoli hanno perso il 10,1%. Gli Stati Uniti, il mercato principale della società nata dalla fusione tra Fca e Psa, hanno sofferto un rallentamento ancora superiore, che ha sfiorato il 15% a causa del mancato rinnovamento dei due veicoli di maggior successo: il pickup Ram 1500 e la berlina Dodge Charger. E l’europa non ha dato esiti più brillanti, il calo è stato del 13%, motivato dalla mancanza di immatricolazioni di veicoli a basse emissioni. Sia il suv Peugeot 3008, la Fiat 500 e l’opel Mokka hanno rilevato un forte ribasso, poiché anche di questi tre modelli si attende la versione elettrica. Si sono salvati solamente il commerciale Fiat Ducato, la Jeep Avenger e l’ indispensabile Panda, oltre alla Citroen C3 che dovrebbe essere sostituita, anche questa, da una rielaborazione green. Un panorama che denota essenzialmente il mancato disimpegno in Cina e la carenza di nuove vetture, quando era previsto il lancio, a breve, di ben 25 nuove automobili, di cui 18 elettriche. Attualmente, soltanto quattro di loro sono state presentate: la Citroen C3 e la Peugeot 3008 dovrebbero arrivare entro giugno, la Jeep Wagoneer e la Dodge Charger, nel terzo trimestre, mentre nel quarto è annunciato il Ram Rev. Non si può non notare che nessun marchio italiano è preso in considerazione nel 2024. Analizzando i singoli brand, in marzo, Peugeot e Citroen hanno perso, rispettivamente, il 13% e il 18%, sempre nel confronto con l’identico periodo del 2023, ma Opel e Fiat hanno visto una discesa ancora più importante, il primo ha sfiorato il 16,30%, la seconda quasi il 19,40%. Il direttore finanziario del gruppo, Natalie Knight, da Parigi, ha fatto sapere che «questo è un periodo di transizione, già precedentemente preventivato». La direzione di Stellantis, dunque, si dimostra fiduciosa per il corso dell’anno, crede nel miglioramento delle vendite di ibridi plug-in negli Usa e nell’aumento delle consegne dei commerciali elettrici. È sempre Knight a rassicurare che, a dispetto delle incertezze, «attendiamo un margine operativo a due cifre, vicino al 12,8%, come nel 2023». Volkswagen ha condiviso un inizio d’anno al rallentatore, il suo risultato operativo è sceso del 20%, a 4,6 miliardi di euro.