«La Scala è casa mia, potrei fare il direttore del Corpo di Ballo»
Bolle si candida per il 2025. Tra le altre ipotesi, Eleonora Abbagnato
«Sarebbe certamente un grande onore e un privilegio guidare il Balletto della Scala. Perché la Scala è anche la mia casa, un teatro a cui sono legatissimo. Vedremo, potrei farci un pensiero».
È la prima volta che Roberto Bolle ammette la possibilità di accettare la guida della compagnia in cui è nato e di cui è tuttora étoile, dopo aver dichiarato per anni di essere ancora totalmente concentrato sulla propria carriera di danzatore, in teatro e tv, congelando l’eventualità della direzione in un futuro remoto.
Oggi, a 49 anni compiuti, l’interesse per la nomina si fa concreto e l’étoile non chiude la porta alla nuova avventura professionale.
In occasione del lancio della sua nuova trasmissione Viva la danza che lunedì, nel prime time di Rai 1, ha totalizzato il 14,1% di share con un totale di 2.334.000 spettatori, Bolle è stato ospite a La Vita in diretta: «Con il cambio del sovrintendente, magari cambierà il direttore di ballo, vedremo», ha risposto al conduttore Alberto Matano che lo sollecitava sull’ipotesi sostenendo che «tutti i ballerini incitano a farlo».
E’ vero che Bolle ha rapporti d’amicizia solidissimi con alcune coppie di ballerini del Balletto della Scala che da anni coinvolge nei suoi gala Bolle & Friends, nella sua festa milanese On Dance e nelle sue trasmissioni tv: della neoétoile Nicoletta Manni e del marito primo ballerino Timofej Andrijashenko, Bolle è stato «paraninfo» nel fidanzamento mediatico all’arena di Verona e poi testimone di nozze, ruolo giocato anche con la coppia di primi ballerini scaligeri Virna Toppi e Nicola Del Freo.
È innegabile che Bolle sia un simbolo d’esportazione per la Scala e una garanzia per il box office del Teatro: entrato all’età di undici anni della Scuola di Ballo, è poi diventato primo ballerino e quindi étoile della compagnia. Il nome del divo irrompe nello scenario delle candidature che si profilano nel valzer di nomine legato al cambio del sovrintendente della Scala: Fortunato Ortombina succederà l’anno prossimo a Dominique Meyer e non si sa se il nuovo sovrintendente confermerà l’attuale direttore del ballo Manuel Legris, nominato proprio da Meyer in un tandem artistico cementato tra i due nei precedenti dieci anni ai vertici del Balletto di Vienna e dopo le precedenti carriere all’opéra di Parigi.
Nello scenario scaligero potrebbe entrare, però, una variabile importante: è in scadenza l’incarico di Eleonora
Abbagnato alla direzione del Balletto dell’opera di Roma, carica assunta nel 2015.
L’ex étoile dell’opéra de Paris ha un conto aperto con la Scala, nella cui Scuola entrò da bambina e che poi lasciò per l’école de l’opéra: come ha raccontato nel documentario Eleonora Abbagnato. Una stella che danza, fu ritirata dalla madre dall’accademia milanese e trasferita a Parigi.
Oggi, Abbagnato, nominata dal ministro Sangiuliano Presidente del Consiglio superiore dello spettacolo, potrebbe essere una concorrente temibile per Bolle.
Incarico
La variabile della danzatrice: in scadenza l’incarico al vertice dell’opera di Roma