Corriere della Sera

Rossi: «Tim prosegua nella trasformaz­ione La rete è la priorità»

L’ex presidente: il non voto di Vivendi è un segnale

- Di Federico De Rosa e Andrea Ducci

«La priorità di Tim è cedere la rete di accesso e avviare la riorganizz­azione dell’azienda». A dirlo è Salvatore Rossi che dopo quasi cinque anni ha lasciato, all’indomani dell’assemblea, la carica di presidente del gruppo di telecomuni­cazioni. Rossi, già direttore generale di Bankitalia, si sofferma anche sulla scelta «corretta» del governo italiano di accompagna­re il processo di vendita della rete agli americani di Kkr.

In questi anni in Tim ha visto cambiare amministra­tore delegato, Vivendi lasciare il consiglio con una crescente conflittua­lità tra azionisti, culminata in esposti e cause. Che bilancio fa?

«Sono stati anni molto interessan­ti. Dopo una lunga carriera in Banca d’italia, che ha tanti meriti ma è un po’ una “torre d’avorio”, ho voluto affrontare direttamen­te il mondo delle grandi aziende: Tim lo è in tutto e per tutto, con tanto di turbolenze, complessit­à e, talvolta, malvagità. Il mondo vero, del resto, è proprio così: mescola il buono e il cattivo in modo indistingu­ibile. È stato avvincente, anche se in alcune circostanz­e stressante».

Perché ha escluso una candidatur­a per un’eventuale riconferma?

«Avrei dovuto concorrere per un terzo mandato, dopo i due precedenti, uno per intero e l’altro per metà, mentre l’azienda si avviava a cambiare radicalmen­te. Con l’imminente cessione della rete di accesso Tim sarà totalmente diversa e, quindi, ho pensato che fosse arrivato il momento giusto per lasciare».

Crede che nel nuovo consiglio di amministra­zione ci siano le condizioni per avere un board coeso?

«La cosa è, evidenteme­nte, tutta da costruire, ricordo che il nuovo consiglio è composto da una maggioranz­a espression­e del consiglio uscente e una minoranza frutto di due liste concorrent­i. Ma sono fiducioso che i contrasti della campagna elettorale che si è tenuta prima dell’assemblea possano essere superati».

Qual è la priorità per la nuova Tim?

«La priorità massima e immediata è condurre in porto la trasformaz­ione dell’azienda con la cessione della rete di accesso e la riorganizz­azione della nuova Tim. Il mercato è ancora scettico sul fatto che l’operazione possa compiersi, perché l’azionista di maggioranz­a relativa ha manifestat­o in vari modi la sua contrariet­à e si è astenuto in assemblea. Ma quest’ultimo, secondo me, è un segnale, se non di distension­e, quanto meno di attenzione per quello che potrà succedere».

Il governo sta accompagna­ndo correttame­nte questo percorso di Tim?

«Direi di sì, il governo ha manifestat­o in modo esplicito il suo consenso su quello che si stava facendo, in particolar­e sulla cessione della rete al fondo Kkr. Quindi era implicitam­ente anche un sostegno alla lista del consiglio uscente, pur nel rispetto del fatto che Tim resta un’azienda privata».

Il governator­e di Bankitalia invita ad agire sui tassi con tempismo. È ora di chiudere la stagione di politiche monetarie restrittiv­e?

«Penso proprio di sì. Resto convinto che le banche centrali siano intervenut­e tardivamen­te, in occasione del rialzo improvviso dell’inflazione, e quando si sono mosse hanno ecceduto nella restrizion­e monetaria. Adesso sono altrettant­o timorose di non fare il loro lavoro fino in fondo, cioè assicurare la stabilità dei prezzi, e tardano nel normalizza­re i tassi di interesse».

Il governo ha presentato il Def privo del quadro programmat­ico. Una mossa dettata dalla volontà di tenere le carte coperte prima del voto europeo?

«Questo può darsi. Il Ministero dell’economia ha giustifica­to la mancata presentazi­one della parte programmat­ica della politica di bilancio con il cambio delle regole europee, quindi formalment­e non c’è nessuna violazione, ma dal

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Passo indietro

Era il momento giusto per lasciare. Con la cessione della rete Tim sarà totalmente diversa

punto di vista sostanzial­e è un po’ strano che un governo non indichi appena può i suoi obiettivi di politica di bilancio».

Cosa farà dopo l’esperienza in Tim?

«Non lo so ancora, mi piace scrivere libri e, quando capita, articoli di giornali. Spero di continuare a farlo. Per il resto vediamo cosa mi riserva il destino».

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I soci francesi L’astensione dei francesi in assemblea è un segnale di attenzione per quel che potrà succedere

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Chi è Salvatore Rossi ha lasciato lo scorso 23 aprile la presidenza di Tim, che ricopriva da ottobre 2019. In precedenza è stato Direttore generale della Banca d’italia e presidente dell’ivass (2013-2019)

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