Permessi e asili, il record di Bolzano
Con 1,64 figli per donna, l’alto Adige si conferma il territorio con il più alto tasso di natalità. Il «modello Alto Adige contro l’inverno demografico in Italia» è stato celebrato persino dal New York Times. Il record non frena le iniziative istituzionali per sostenere famiglie, natalità e servizi all’infanzia. «Le nostre politiche familiari si basano su tre pilastri: sostegno finanziario, conciliazione casa-lavoro ed educazione familiare», spiega la vicepresidente della Provincia e assessora a Sociale e Famiglia, Rosmarie Pamer. E così, in una provincia che vanta un tasso di occupazione femminile al 70,7%, ben più alto del 55% italiano e oltre il 69,3% europeo, la priorità è che le donne continuino a lavorare. Accanto a part-time e permessi per entrambi i genitori, si sostengono le mamme del settore privato: «Garantiamo 9.000 euro all’anno per due anni per i contributi pensionistici delle libere professioniste che si dedicano alla cura del neonato dopo i nove mesi di maternità: nel 2023 ne hanno beneficiato 3.860 donne, con una spesa per l’ente pubblico di oltre 7 milioni di euro». Oltre a una rete di 120 asili nido disseminati su 116 Comuni («accolgono il 30% dei bambini: l’obiettivo è arrivare al 50%», spiega l’assessora), due contributi provinciali si aggiungono all’assegno unico statale legato all’isee: «Uno è legato al reddito e arriva fino ai 18 anni di ogni figlio — prosegue Pamer —. Il secondo, 200 euro al mese, viene erogato senza limiti di reddito per i primi tre anni e per ogni neonato».
I contributi per le associazioni che propongono progetti in ambito familiare impegnano risorse per 4,28 milioni di euro l’anno, ma la nuova sfida della Provincia è «l’interconnessione» tra scuola e assistenza all’infanzia. «Abbiamo aperto un tavolo di lavoro per livellare gli orari di scuola, doposcuola, mensa e progetti estivi agli orari di ufficio dei genitori — conclude Pamer —. Un nuovo modello di cui tra due mesi valuteremo i risultati».