Da Bizzarri a Vergassola, chi lo difende, chi si allarma: «La Liguria non si fermi»
Bassetti: Toti ha cambiato Genova. Freccero: ma sta con i ricchi
ROMA E adesso è tutto un mescolarsi di civismo e orgoglio, «a leggere di Genova e della Liguria finite sulle prime pagine del mondo in questo modo», sospira Matteo Bassetti, l’infettivologo dell’ospedale San Martino «e magari fosse un virus perché ci sarebbe un vaccino». Invece se ne sa ancora poco e dunque sono giorni di sofferenza e attesa, tra i liguri famosi e sconcertati dall’inchiesta che ha portato tre giorni fa agli arresti domiciliari Giovanni Toti, il governatore della Liguria, che molti di loro conoscono di persona e lo stimano anche.
La paura più grande, lo dice Dario Vergassola, attore e scrittore spezzino, è che adesso «si bloccherà tutto», progetti e sviluppo. «Il sottopasso, la diga, le grandi infrastrutture, il terzo valico, il treno veloce», elenca il professor Bassetti, genovese doc. Mentre questa terra, tutta la Liguria, ha ancora furia di crescere perché malgrado l’iperattivismo del suo governatore, «il treno da Genova a Milano ci mette ancora un’ora e 45 minuti proprio come quando da ragazzo lo prendevo per i miei esordi a teatro», fa notare Luca Bizzarri, tutti i martedì in scena da Giovanni Floris su La7 con il suo «gemello» Paolo Kessisoglu.
Bizzarri oggi non si sente «né innocentista né colpevolista», ma «garantista sempre, con i simpatici e gli antipatici». Fatta questa premessa, lui con Toti è stato presidente della Fondazione Palazzo Ducale, una vera istituzione, «non ci siamo lasciati benissimo, forse col sindaco Bucci pensavano fossi più malleabile, mi dicevano: Tu sei un umorista perciò dovrai continuare lo stesso a prenderci in giro. E io l’ho fatto, ma alla fine non deve essergli piaciuto granché. Comunque gli voglio bene, sul Ponte Morandi Toti è stato bravo, anche se Genova ha perso in 20 anni migliaia di abitanti, specie quelli della fascia 20-40, sono sparite aziende, posti di lavoro».
Nelle loro parole si avverte molta disillusione, ma il vecchio amore è intatto. Camalli e caruggi forever. Genova e «i suoi svincoli micidiali», come nella canzone di De Gregori, che è un attimo andare a sbattere se finisci per distrarti troppo. «Mi si allarga il cuore — dice Bassetti — quando vedo i bus scoperti in centro pieni di turisti! Fino al 2010 a Genova non veniva nessuno».
Il direttore delle Malattie Infettive del San Martino vede un unico spettro, «il blackout totale» dopo l’apertura dell’inchiesta: «Toti, e il sindaco Bucci che ha studiato negli States, hanno svegliato in questi anni i genovesi, che da sempre invece tendono a isolarsi — argomenta —. Loro questa città l’hanno cambiata e chi non lo riconosce vuol dire proprio che non lo vuol vedere».
Toti il «buon comunicatore», Toti «il simpatico», lo racconta Vergassola, che un giorno si presentò a parlargli della bella guida che aveva appena scritto (Liguria, terra di mugugni e di bellezza) pensando forse di farne un lancio consono. Turismo evoluto, basta pizzerie, acciughe e vino in mezzo ai sentieri. Ma il governatore, al di là dei suoi plastici sorrisi, non andò.
Carlo Freccero, grande autore televisivo e già consigliere d’amministrazione Rai, è di Savona e invece con Toti è in guerra: «Perché sta con i ricchi, dei poveri non gl’importa — attacca — vuole fare di Palmaria una piccola Capri davanti a casa sua e poi pensa di piazzare il rigassificatore di fronte a Savona, inquinando pure Vado e quell’incanto di Bergeggi. Se gli piace tanto il rigassificatore, perché non lo colloca a Portofino? La verità è che per lui da sempre ci sono giardini più verdi di altri».
«Io resto garantista — conclude Dario Vergassola, anch’egli molto sensibile e in lotta per il futuro di Isola Palmaria —. Ma l’importante, vada come vada l’inchiesta, è che tutto si chiarisca velocemente. Perché la Liguria con i suoi problemi non può aspettare, l’estate è alle porte, arriveranno i turisti, ormai ho 67 anni, mi preme pure sapere che ne sarà dell’ospedale Felettino vicino casa mia».
I giudizi Per i due comici «è stato bravo sul ponte Morandi» ed è «un buon comunicatore»