Christian, agente sulle orme del padre Le 70 trasfusioni
Il viceispettore è stato operato
MILANO Intorno a quella barella sul binario 12 della stazione di Lambrate ci sono colleghi della polizia e soccorsi del 118. Amici e salvezza. Circondano la coperta isotermica color oro che avvolge il viceispettore Christian Di Martino, appena colpito con tre coltellate dal 37enne Hasan Hamis. È gravissimo, perde moltissimo sangue. Fuori dalla stazione, in piazza Bottini, lo aspetta un’ambulanza che lo trasporta d’urgenza all’ospedale Niguarda. Arriva a mezzanotte e mezza di giovedì. Viene stabilizzato, poi l’intervento chirurgico in sala operatoria, che dura quattro ore.
Un’attesa lunga, lunghissima. Settanta trasfusioni (vengono usate quaranta sacche di sangue e trenta di plasma) e cinque arresti cardiaci dopo, Di Martino esce. Le sue condizioni sono però ancora critiche, anche se stabili. Si trova in terapia intensiva. Ma la lama di venti centimetri, nascosta sotto la manica del giubbotto di Hamis, lede gli organi (colpendo il rene, la milza e il duodeno, parte dell’intestino tenue) oltre ai vasi sanguigni dell’addome. Risultato: grande emorragia interna.
Appena saputo dell’aggressione, i genitori di Di Martino attraversano gli ottocento chilometri che dividono la «loro» Salerno dal Niguarda. Insieme alla fidanzata del figlio, accanto al ragazzo ora ci sono anche la madre e il padre. Quell’uomo che per Christian, 35 anni nato a Ischia, è stato un esempio. Tanto da seguirne le orme professionali: il papà, ex ispettore di polizia ora in pensione; e lui, dal mese di dicembre, diventato viceispettore. «L’ha fatto perché era uno dei pochi giovani, ormai, che ancora voleva lavorare in strada», racconta un amico.
Prima l’addestramento nell’esercito all’ex base Nato di Bagnoli (Napoli), poi una decina di anni fa il concorso per
diventare agente e infine l’ultimo step della sua carriera, a fine 2023. In mezzo, il trasloco a Milano dove aveva iniziato a lavorare ai commissariati di Sesto San Giovanni e Monforte-vittoria per poi passare all’ufficio Volanti.
All’ospedale, nel pomeriggio, arriva il capo della polizia Vittorio Pisani che per tutta la giornata tiene aggiornati il ministro dell’interno Matteo Piantedosi (da cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si informa sulle condizioni di salute di Di Martino) e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Proprio la premier, in un post, scrive di seguire «con
Le istituzioni
Il post di Meloni: «Sono vicina al ferito e ai suoi familiari». La visita del capo della polizia
apprensione gli sviluppi. All’agente ferito, alla sua famiglia e ai colleghi della polizia, la mia vicinanza». Sempre nel pomeriggio, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini passa dal Niguarda.
Pisani, dopo una breve visita a Di Martino, incontra il direttore generale dell’ospedale, il Trauma team dei medici che aveva operato il poliziotto e i familiari del 35enne. Poi, nella sala operativa della questura, i colleghi del ferito. Tutti con una pantera sulla spalla sinistra della divisa: lo stemma delle Volanti. Lo stesso indossato da Di Martino. In uniforme della polizia. La stessa del suo papà.