Corriere della Sera

Lollobrigi­da Vita da diva all’asta

Dall’orologio che le regalò il suo fan Fidel Castro alla scultura che fece per lei Manzù. La storia di Gina in 410 oggetti

- Di Candida Morvillo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I410 pezzi che vanno all’asta a Genova il 28 e 29 maggio fra arredi, gioielli, opere d’arte, non raccontano chi fosse Gina Lollobrigi­da, raccontano cos’era una diva degli Anni ’50 e danno piuttosto l’idea di cosa significhi vivere come una divinità. Ci sono il monumental­e monetiere siciliano in legno ebanizzato con intarsi in corallo e tartaruga; la coppia di spade del duello del film La donna più bella del mondo; gli sgabelli da giardino in porcellana cinese Dinastia Qing; e poi, sculture di divinità tibetane, icone russe, vedute settecente­sche e quadri fiamminghi; il secchiello per il ghiaccio in argento di Cartier con dedica «a Gina»; uno chandelier alto quanto Gina stessa e una scultura che la rappresent­a, opera di Giacomo Manzù. Raccontava lei al Corriere, «Giacomo la finì, si sedette a guardarla e poi non mi riconobbe più. La sua mente iniziò a svanire quel giorno». Poteva fare quest’effetto, Gina. Quando Marilyn la incontrò a New York, nel 1954, le disse: «Sai che mi chiamano la Lollo americana?». E quando il produttore Howard Hughes la scritturò per fare film con Humprey Bogart, David Niven o Rock Hudson, la teneva chiusa in hotel, sorvegliat­a da un segretario. «Voleva che lo sposassi, ma scappai, tornai da mio marito», raccontò lei.

Quando Fidel Castro andò a Roma, disse: «Sono venuto per vedere il Papa e la Lollo». Va all’incanto anche l’orologio da polso Seiko che il leader cubano le regalò con inciso «a Gina con ammirazion­e». E va all’asta la macchina fotografic­a che lei usò per ritrarlo quando andò all’avana da fotoreport­er, la stessa che usò per le foto a Paul Newman, Salvador Dalì, Henry Kissinger. Vanno all’asta la stella della Walk of Fame, i Nastri d’argento del 1954 per Pane Amore e Fantasia e del 1963 per Venere Imperiale. Ci sono i gioielli che aveva tenuto con sé sino alla fine. Gli altri li aveva battuti da Sotheby’s, ricavato quasi cinque milioni di dollari. «Ma si dice che ogni donna abbia venti gioielli del cuore da cui non si separerebb­e mai e in quest’asta quei gioielli ci sono», e qui è l’ad della casa d’aste Wannenes, Guido Wannenes, che parla,«esistono due tipi di cataloghi: quelli che raccontano una storia e quelli che raccontano La Storia, come questo. Sfogliando­lo, puoi immaginare Castro che, solo tredici anni dopo la Baia dei Porci, si toglie l’orologio e lo regala a una star occidental­e; è come vedere Lucio Fontana che, per la prima volta fa, un taglio su una tela». I lotti sono senza stima, perché, spiega Wannanes, «il valore della loro provenienz­a è inestimabi­le».

Tante sono le sculture. Gina stessa scolpiva. Enzo Bettiza si ricordava di lei nel Dopoguerra, all’accademia di Belle Arti, «con appresso un codazzo di giovani». «Ma c’era la fame», spiegò lei, «dovetti fare l’attrice». Nacque una diva, mancata due anni fa tra beghe tristi, col factotum Andrea Piazzolla condannato in primo grado per circonvenz­ione d’incapace, il figlio Milko Skofic che ha impugnato il testamento. La vendita disposta dal notaio Vittorio Occorsio col benestare degli eredi e l’autorizzaz­ione del tribunale serve anzitutto a saldare i debiti. Di una vita irripetibi­le resta polvere di stelle, ma caspita che stelle.

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 ?? (Getty) ?? Nella sua casa Gina Lollobrigi­da nella sua casa di Roma con alcuni oggetti della sua collezione
(Getty) Nella sua casa Gina Lollobrigi­da nella sua casa di Roma con alcuni oggetti della sua collezione
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Particolar­e di un monetiere del XVIII secolo
Lo stipo Particolar­e di un monetiere del XVIII secolo
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Una divinità tibetana e due elefanti cinesi
Dall’asia Una divinità tibetana e due elefanti cinesi

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