Corriere della Sera

Delpini e la beatificaz­ione di Giussani: «Ora uniti»

Milano, aperta la fase pubblica. Il leader di Cl Prosperi: facciamo nostro l’invito dell’arcivescov­o

- Giampiero Rossi

MILANO Una cerimonia di preghiera, un atto formale con tribunale, sigilli e notai, la festa di una comunità, ma anche un’occasione di riconcilia­zione nel mondo cattolico. E l’arcivescov­o Mario Delpini lo dice chiarament­e: «Questo avvio del processo testimonia­le sia un invito a riconoscer­e unità andando oltre le incomprens­ioni».

Nella basilica di Sant’ambrogio si celebra tra cori e incensi l’avvio della fase pubblica del processo di beatificaz­ione di don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazion­e. Dopo una prima fase «documental­e», ora il tribunale canonico milanese dovrà ascoltare le voci di chi ha frequentat­o, conosciuto, incontrato il prete brianzolo, un passaggio dell’iter verso la beatificaz­ione, che prenderà in esame anche gli eventuali miracoli compiuti. La chiesa è pienissima, in parte riservata a persone invitate dalla diocesi, ma anche aperta ai molti della galassia ciellina che hanno voluto esserci, compresi tanti giovanissi­mi seduti per terra e ci sono schermi che trasmetton­o la cerimonia all’esterno. Oltre al fratello di don Giussani, c’è il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi e, più indietro, l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, e poi politici milanesi lombardi. Del resto a promuovere la causa di beatificaz­ione è stato proprio il movimento, e seduti vicino all’altare ci sono anche don Julián Carrón, successore di Giussani, e l’attuale leader Davide Prosperi.

Un giorno atteso per la fratellanz­a di Cl, che simbolicam­ente ritrova l’unità dopo qualche scossone e, anche, qualche frizione con altri ambienti della chiesa. E infatti, quando prende la parola, l’arcivescov­o Delpini va dritto al punto e ci ritorna continuame­nte: «Voglio augurarvi che, conservand­o questa gratitudin­e e questa gioia, formino un cuor solo e un’anima sola per la storia di un movimento così numeroso, diffuso in tanti luoghi della terra, pur in tensioni che possono accadere». E poi: «Adesso, dando avvio al processo testimonia­le, noi non vogliamo riepilogar­e eventi che hanno creato tensioni, ma entriamo in una fase nuova in cui la bellezza può essere apprezzata, e dove il rapporto con altre istituzion­i può essere interpreta­ta come una grazia ricevuta». E conclude: «Noi vogliamo rendere grazie al Signore, perché il carisma di don Giussani ha fatto bene a tante persone e perché tutti siano invitati a trovare un punto più alto di unità».

Al termine della cerimonia Davide Prosperi ringrazia pubblicame­nte Delpini e la chiesa ambrosiana «per averci riuniti qui». Il leader di Cl raccoglie l’esortazion­e all’unità e ricorda che «dopo una figura carismatic­a come quella di don Luigi non era scontata la coesione di un movimento in cui coesistono sensibilit­à e sfumature diverse, ma oggi facciamo nostro l’invito dell’arcivescov­o».

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La Basilica di Sant’ambrogio a Milano colma di persone, anche molti giovani, per l’apertura del processo di beatificaz­ione di don Giussani
(Lapresse) In chiesa La Basilica di Sant’ambrogio a Milano colma di persone, anche molti giovani, per l’apertura del processo di beatificaz­ione di don Giussani

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