Corriere della Sera

SERAFICA BELLEZZA

Il Giro attraversa l’umbria del Perugino che nella sua armonia affronta anche i «tornanti» dell’arte contempora­nea

- Di Stefano Bucci

Tutta colpa di una fantastica tripletta: Raffaello (nel 2020), Perugino e Luca Signorelli (nel 2023). Tre anniversar­i per tre maestri assoluti dell’arte che in Umbria («L’umbia miracolosa­mente azzurra; la più azzurra di tutte le terre» come l’aveva definita nel poeta ceco Karel Capek nei suoi Fogli italiani del 1923 pubblicati in Italia da Sellerio) ci sono nati (Perugino) e dove hanno «solo» trovato gloria e successo.

Gli oltre centomila visitatori in quattro mesi della mostra Perugino. Il meglio maestro d’italia alla Galleria nazionale dell’umbria di Perugia; l’emozione davanti alla Deposizion­e di Raffaello alla Galleria Borghese di Roma, dipinta per la nobile famiglia perugina dei Baglioni voluta da Atalanta in memoria del figlio Grifonetto ucciso proprio in quel Corso Vannucci dove arriverà la cronometro Foligno-perugia; le tracce lasciate in regione da Signorelli (Il Martirio di San Sebastiano nella Pinacoteca comunale di Città di Castello, la Deposizion­e nel Museo di Santa Croce di Umbertide) hanno innescato la definitiva scoperta di una terra di mezzo (in quanto nel cuore dell’italia) bellissima (che sa essere al tempo stesso verde come le sue colline e oppure ieratica come i luoghi di San Francesco e Santa Chiara) ma anche felicement­e tortuosa come gran parte delle sue strade. Quasi che dietro ogni frammento classico si potesse nascondere, proprio come oltre una curva particolar­mente stretta, qualcosa di totalmente moderno, di nuovo, di affascinan­te.

Sarà forse anche per colpa di una geografia molto concentrat­a (8546 km quadrati, la quinta più piccola regione d’italia) sta di fatto che però basta poco per trovarsi catapultat­i in un universo in qualche modo parallelo. Città di Castello può così contare sul Martirio di san Sebastiano di Luca Signorelli conservato nella Pinacoteca, ma anche su quel tesoro che sono gli undici capannoni degli Ex-seccatoi del Tabacco che contengono 128 opere monumental­i di Alberto Burri (che qui era nato e dove era tornato a vivere negli Anni Sessanta). Foligno, a sua volta, può invece proporre (oltre alla Madonna di Foligno di Raffaello oggi ai Musei Vaticani) il Battesimo di Cristo del Perugino nell’oratorio della Nunziatell­a ma anche il Ciac dove negli anni hanno esposto contempora­nei come Paul Jenkins, George Tatge, Gian Maria Tosatti e Ugo La Pietra. Ancora più complesso il panorama di Spoleto (dove tra l’altro imperversa su due ruote il Don Matteo di Terence Hill-raoul Bova): Pinturicch­io e Filippo Lippi nella Cattedrale; il Festival dei due mondi che quest’anno propone l’orfeo ed Euridice di Gluck con la regia (sicurament­e sorprenden­te) di Damiano Michielett­o; la collezione di Palazzo Collicola con tanto di sequenza unica di sculture di Alexander Calder, con la biblioteca di Giovanni Carandente (oltre trentamila volumi), con la stupefacen­te Wall Drawing 951, stanza-installazi­one realizzata nel 2000 da Sol Lewitt (che vicino a Spoleto, a Monteluco, aveva anche preso casa) .

Le strade tortuose dell’umbria uniscono la classicità del Maestro di San Francesco celebrato fino al 9 giugno nella mostra alla Galleria nazionale dell’umbria di Perugia (per eventuali deviazioni extra-artistiche sono consigliat­i il ristorante Cesarino e la storica pasticceri­a Sandri) alle sculture moderne di umbri acquisiti come Beverly Pepper e Ives Klein o indigeni come Giuseppe Capogrossi e Leoncillo (alcune delle loro opere fanno parte del Parco di Brufa, vicino a Torgiano, una delle più grandi collezioni di sculture ambientali d’italia).

A ogni curva delle sue tortuose strade (molte delle quali sono le stesse del Giro), l’umbria «miracolosa­mente azzurra» sembra quasi invitare a cambiare prospettiv­a. Ascoltare il volo degli uccelli potrebbe così essere «solo» una frase di San Francesco: invece è il titolo di un’installazi­one contempora­nea di Carlos Garaicoa ora in mostra alla Rocca Maggiore di Assisi nell’ambito di un progetto che ha un nome che è tutto un programma: Serafica bellezza. Definizion­e perfetta anche per l’umbria.

Una geografia molto concentrat­a: così Città di Castello fa convivere Signorelli con i capannoni di Burri; e una frase francescan­a ispira una installazi­one di Garacoia alla Rocca di Assisi

 ?? ?? 2 1 3 4 1 Lo sposalizio della Vergine, capolavoro del Perugino alla Galleria Nazionale dell’umbria di Perugia, al centro di una mostra che ha avuto centomila visitatori in quattro mesi
2 La cattedrale di San Feliciano in piazza della Repubblica a Foligno, città di partenza della tappa di oggi
3 Raoul Bova, a Spoleto: è il nuovo Don Matteo in moto, dopo l’epoca di Terence Hill, prete in bicicletta
4 L’interno degli Ex Seccatoi del Tabacco a Città di Castello che ospitano 128 opere di Alberto Burri, nativo di qui
2 1 3 4 1 Lo sposalizio della Vergine, capolavoro del Perugino alla Galleria Nazionale dell’umbria di Perugia, al centro di una mostra che ha avuto centomila visitatori in quattro mesi 2 La cattedrale di San Feliciano in piazza della Repubblica a Foligno, città di partenza della tappa di oggi 3 Raoul Bova, a Spoleto: è il nuovo Don Matteo in moto, dopo l’epoca di Terence Hill, prete in bicicletta 4 L’interno degli Ex Seccatoi del Tabacco a Città di Castello che ospitano 128 opere di Alberto Burri, nativo di qui

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