SERAFICA BELLEZZA
Il Giro attraversa l’umbria del Perugino che nella sua armonia affronta anche i «tornanti» dell’arte contemporanea
Tutta colpa di una fantastica tripletta: Raffaello (nel 2020), Perugino e Luca Signorelli (nel 2023). Tre anniversari per tre maestri assoluti dell’arte che in Umbria («L’umbia miracolosamente azzurra; la più azzurra di tutte le terre» come l’aveva definita nel poeta ceco Karel Capek nei suoi Fogli italiani del 1923 pubblicati in Italia da Sellerio) ci sono nati (Perugino) e dove hanno «solo» trovato gloria e successo.
Gli oltre centomila visitatori in quattro mesi della mostra Perugino. Il meglio maestro d’italia alla Galleria nazionale dell’umbria di Perugia; l’emozione davanti alla Deposizione di Raffaello alla Galleria Borghese di Roma, dipinta per la nobile famiglia perugina dei Baglioni voluta da Atalanta in memoria del figlio Grifonetto ucciso proprio in quel Corso Vannucci dove arriverà la cronometro Foligno-perugia; le tracce lasciate in regione da Signorelli (Il Martirio di San Sebastiano nella Pinacoteca comunale di Città di Castello, la Deposizione nel Museo di Santa Croce di Umbertide) hanno innescato la definitiva scoperta di una terra di mezzo (in quanto nel cuore dell’italia) bellissima (che sa essere al tempo stesso verde come le sue colline e oppure ieratica come i luoghi di San Francesco e Santa Chiara) ma anche felicemente tortuosa come gran parte delle sue strade. Quasi che dietro ogni frammento classico si potesse nascondere, proprio come oltre una curva particolarmente stretta, qualcosa di totalmente moderno, di nuovo, di affascinante.
Sarà forse anche per colpa di una geografia molto concentrata (8546 km quadrati, la quinta più piccola regione d’italia) sta di fatto che però basta poco per trovarsi catapultati in un universo in qualche modo parallelo. Città di Castello può così contare sul Martirio di san Sebastiano di Luca Signorelli conservato nella Pinacoteca, ma anche su quel tesoro che sono gli undici capannoni degli Ex-seccatoi del Tabacco che contengono 128 opere monumentali di Alberto Burri (che qui era nato e dove era tornato a vivere negli Anni Sessanta). Foligno, a sua volta, può invece proporre (oltre alla Madonna di Foligno di Raffaello oggi ai Musei Vaticani) il Battesimo di Cristo del Perugino nell’oratorio della Nunziatella ma anche il Ciac dove negli anni hanno esposto contemporanei come Paul Jenkins, George Tatge, Gian Maria Tosatti e Ugo La Pietra. Ancora più complesso il panorama di Spoleto (dove tra l’altro imperversa su due ruote il Don Matteo di Terence Hill-raoul Bova): Pinturicchio e Filippo Lippi nella Cattedrale; il Festival dei due mondi che quest’anno propone l’orfeo ed Euridice di Gluck con la regia (sicuramente sorprendente) di Damiano Michieletto; la collezione di Palazzo Collicola con tanto di sequenza unica di sculture di Alexander Calder, con la biblioteca di Giovanni Carandente (oltre trentamila volumi), con la stupefacente Wall Drawing 951, stanza-installazione realizzata nel 2000 da Sol Lewitt (che vicino a Spoleto, a Monteluco, aveva anche preso casa) .
Le strade tortuose dell’umbria uniscono la classicità del Maestro di San Francesco celebrato fino al 9 giugno nella mostra alla Galleria nazionale dell’umbria di Perugia (per eventuali deviazioni extra-artistiche sono consigliati il ristorante Cesarino e la storica pasticceria Sandri) alle sculture moderne di umbri acquisiti come Beverly Pepper e Ives Klein o indigeni come Giuseppe Capogrossi e Leoncillo (alcune delle loro opere fanno parte del Parco di Brufa, vicino a Torgiano, una delle più grandi collezioni di sculture ambientali d’italia).
A ogni curva delle sue tortuose strade (molte delle quali sono le stesse del Giro), l’umbria «miracolosamente azzurra» sembra quasi invitare a cambiare prospettiva. Ascoltare il volo degli uccelli potrebbe così essere «solo» una frase di San Francesco: invece è il titolo di un’installazione contemporanea di Carlos Garaicoa ora in mostra alla Rocca Maggiore di Assisi nell’ambito di un progetto che ha un nome che è tutto un programma: Serafica bellezza. Definizione perfetta anche per l’umbria.
Una geografia molto concentrata: così Città di Castello fa convivere Signorelli con i capannoni di Burri; e una frase francescana ispira una installazione di Garacoia alla Rocca di Assisi