Spello, Sellano Emozioni tra acquedotti e ponti tibetani
Gli antichi acquedotti romani stanno sempre più diventando, in tutta Italia, percorsi di scoperta da compiere a piedi. Tra Collepino e Spello il restauro di una di queste strutture, destinate originariamente al trasporto dell’acqua potabile, consente ora agli amanti del trekking di seguirne la traccia — volendo anche in sella alla mountain bike — sino a raggiungere le pendici del Monte Subasio. Questa vena architettonica pulsa dunque di nuova vita: il tracciato parte dal borgo Collepino oppure da Spello — in tal caso dalla Fonte della Bulgarella — per arrivare a destinazione dopo cinque chilometri. Attivo sino al XIX secolo, l’acquedotto ha alimentato Spello per molti secoli e conserva ancora alcuni tratti originali della sua costruzione, avvenuta utilizzando pietra calcarea rosata tipica della zona. La copertura fu, invece, ottenuta usando lastre disposte a schiena d’asino e, ovviamente, si riconoscono numerose arcate. Davvero ameni sono i panorami che si aprono sulla Valle bagnata dal fiume Chiona e che si possono godere comodamente seduti sulle panchine collocate lungo il percorso. Un altro camminamento, questa volta quasi alare, assolutamente da provare in provincia di Perugia, è quello che si snoda sul ponte tibetano di Sellano (foto): si sviluppa nel vuoto tra pareti boschive per una lunghezza complessiva di 517 metri e, soprattutto, a un’altezza di 175 metri. Saranno 1023 passi indimenticabili perché compiuti avvalendosi della stessa prospettiva delle aquile sino alla frazione di Montesanto sopra il fiume Vigi. È un percorso da fare in salita nel senso che tra le due mete corre un dislivello di ben 68 metri. Pare che non abbia rivali in Europa, insieme al ponte tibetano di Arouca in Portogallo. Non resta che provare per credere.