Corriere della Sera

Biden e la lotta per il suo New Deal

- Di Massimo Gaggi

La rielezione, certo. Ma anche la legacy, l’eredità politica: quello che resterà agli americani della sua presidenza. Rifiutando di lasciare il campo a candidati più giovani, Joe Biden ha scelto il duello all’ultimo sangue con Donald Trump. Sa che il rischio di uscire sconfitto è elevato. Così oggi la sua attenzione è concentrat­a, oltre che sulla battaglia elettorale e le crisi internazio­nali, sullo sblocco e l’attuazione delle riforme che è riuscito a far approvare dal Congresso nei primi anni della sua presidenza. Come Lyndon Johnson, presidente per un solo mandato, biasimato quando lasciò la Casa Bianca per l’escalation della guerra del Vietnam, ma poi rivalutato in quanto autore delle riforme più incisive del Dopoguerra, dai diritti civili al welfare della cosiddetta «Great Society», anche Biden vorrebbe passare alla storia per aver regalato all’america «ingrata» che oggi non gli riconosce meriti economici, riforme profonde dopo decenni di immobilism­o: qualcosa di simile al New Deal col quale Roosevelt fece riemergere il Paese dalla depression­e degli anni Trenta. Obiettivo ambizioso ma non velleitari­o, alla luce dell’impatto potenziale delle quattro grandi leggi dell’era Biden: l’american Rescue Plan per ridare slancio agli Usa dopo la pandemia, il piano per le infrastrut­ture come strade, ponti, porti e acquedotti, il Chips and Science Act per il rimpatrio delle industrie dell’alta tecnologia e il sostegno alla ricerca scientific­a e l’ira che contiene anche grossi investimen­ti per il clima e la transizion­e energetica. Leggi che tra finanziame­nti, prestiti e crediti d’imposta, dovrebbero mettere in moto interventi per 1.600 miliardi di dollari: poco meno del Pil dell’italia. Misure che potrebbero cambiare in profondità il volto produttivo dell’america (anche perché Biden è stato il primo presidente a fare ricorso apertament­e, negli Usa, a strumenti di politica industrial­e). Fin qui, però, solo una minima parte (meno del 20%) di questi fondi è stata assegnata e ha attivato progetti concreti. Anche per questo l’america non riconosce a Biden meriti. Il vecchio presidente sta, così, impegnando la sua amministra­zione in una corsa contro il tempo per attivare il maggior numero di programmi possibile nei prossimi sei mesi. Anche perché Trump ha già promesso che smanteller­à tutto quanto è stato fatto da Biden, una volta tornato alla Casa Bianca.

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