Abi, la partita delle nomine Patuelli verso il sesto mandato, la ricerca del direttore generale
L’avvicendamento alla direzione generale di Abi, con il congedo dopo 15 anni di Giovanni Sabatini, apre uno scenario anche sul vertice dell’associazione, che il 9 luglio si riunirà in assemblea per eleggere il suo presidente. Oggi quella carica è ricoperta da Antonio Patuelli, che l’ha retta dal gennaio 2013. E, salvo sorprese dell’ultima ora, è molto probabile che Patuelli si avvierà a un nuovo mandato a Palazzo Altieri, il sesto della sua lunga carriera di banchiere. Finora il presidente de La Cassa di Ravenna ha dimostrato di saper svolgere un ruolo non solo di rappresentanza, come dimostra anche la sintesi trovata con il governo sulla tassa sugli extraprofitti bancari. E poi non vi sarebbero al momento altri candidati in corsa.
La partita però non è disgiunta da quella del nuovo direttore generale. Anzi. Il comitato esecutivo dell’abi ha creato un sottocomitato che lavorerà con il cacciatore di teste Egon Zehnder per ricercare in brevissimo tempo la figura più adatta a sostituire Sabatini: un professionista con un profilo manageriale e competenze internazionali, che parli fluentemente inglese, perché la politica associativa oggi, in ambito creditizio, si fa anche oltre i confini italiani. L’obiettivo dunque è arrivare entro fine mese con un nome: a quel punto il consiglio di Abi, in programma il 30 maggio, lo nominerà direttore generale e potrà procedere anche alla designazione di Patuelli alla presidenza, che verrà poi votato dall’assemblea dell’associazione il 9 luglio.
Sistemati tutti i tasselli, resta l’auspicio che l’abi e Intesa Sanpaolo ritrovino una sintesi, con magari il rientro di Ca’ de Sass nel Comitato affari sindacali dopo lo strappo sul rinnovo del contratto dei bancari. Il ceo Carlo Messina venerdì scorso è stato chiaro: «Patuelli sta lì perché l’ho fatto nominare diverse volte io in questi anni. Quindi non c’è un tema personale ma di attività dell’abi. Noi vogliamo la miglior Abi d’europa. Ci sarà una condivisione tra le banche, verranno prese le decisioni che potranno essere prese per ottenere il più possibile un contesto di reciproca soddisfazione. Se questo non sarà possibile noi siamo sicuramente in grado di fare da soli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA