Superbonus in dieci anni? Deficit ridotto di 2,4 miliardi
Spalmare il Superbonus del 110% in dieci rate annuali di pari importo, anziché in quattro anni, come ha annunciato di voler fare il ministro dell’economia, consentirà di ridurre il deficit sia nel 2025 (700 milioni in meno) sia nel 2026 (1,7 miliardi) per complessivi 2,4 miliardi, riallineando il deficit a legislazione vigente, rispettivamente del 3,7% del Pil nel 2025 e del 3% nel 2026, con quello programmatico che lo stesso governo si era dato come obiettivo nella Nota di aggiornamento al Def
2023: 3,6% nel 2025 e 2,9% nel 2026. È stato lo stesso Giancarlo Giorgetti a spiegarlo in commissione Finanze del Senato quando mercoledì ha annunciato l’emendamento che sta preparando all’ultimo decreto sul Superbonus. E sul quali un importante chiarimento è arrivato ieri dal sottosegretario all’economia, Federico Freni: «La retroattività dell’obbligo di spalmare i crediti in dieci anni è limitata alle spese sostenute nell’esercizio fiscale vigente, cioè nel 2024. Quindi una spesa sostenuta a dicembre 2023 non è eleggibile per la rateizzazione obbligatoria in dieci anni». L’emendamento del governo dovrebbe essere presentato oggi. Ieri la commissione ha terminato l’esame degli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari, bocciando tutti quelli senza copertura finanziaria. La discussione riprenderà martedì. Sul piano politico, a Giorgetti che ha paragonato il Superbonus al disastro del Vajont, replica il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte: «Se è così, e non lo è, l’autore di è Giorgetti che governa da tre anni il Superbonus prima come ministro dello Sviluppo e poi dell’economia».