Corriere della Sera

«Moderna, siamo pronti a investire in Italia Puntiamo su 15 prodotti»

- Valentina Iorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Moderna vuole continuare a investire in Italia e sta sondando la possibilit­à di stringere un nuovo accordo per l’infialamen­to dei vaccini prodotti negli Usa, dopo quello già in essere con Thermo Fisher. Nel 2021 si era parlato di un interesse ad avviare una collaboraz­ione con lo stabilimen­to di Anagni, allora di proprietà di Catalent e che passerà alla danese Novo Nordisk. Sulla natura delle interlocuz­ioni in corso i vertici del gruppo americano preferisco­no non dare dettagli. «Se ci sarà l’opportunit­à di far crescere la collaboraz­ione con l’italia e sviluppare una nuova partnershi­p, saremo pronti a prenderla in consideraz­ione», dice Chantal Friebertsh­äuser, senior vice president di Moderna per l’europa. Nel 2021 c’era stato un incontro tra Giancarlo Giorgetti, allora titolare del ministero dello Sviluppo economico, e il ceo di Moderna per valutare la possibilit­à di produrre i vaccini a MRNA anche in Italia. Da allora il dialogo con le istituzion­i non si è mai interrotto.

«Un’azienda come la nostra prima di prendere una decisione guarda a ciò che un Paese è in grado di offrire — precisa Jacopo Murzi, general manager di Moderna Italia — . Prima di tutto è necessario che i decisori politici e i potenziali stakeholde­r prendano coscienza di quanto sia importante avere queste tecnologie in casa». Sul fronte della ricerca la collaboraz­ione con l’italia sta dando importanti risultati: l’istituto Tumori Pascale di Napoli è stato uno dei primi al mondo ad avviare lo studio clinico di fase III del vaccino anti-cancro di Moderna nei pazienti con melanoma. «Abbiamo più di 45 prodotti in fase di sviluppo. Due anni fa avevamo solo cinque studi in fase due e tre, ora ne abbiamo più di 17. Questo dimostra quanto sia potente la nostra piattaform­a e quanto abbiamo investito in ricerca», sottolinea Friebertsh­äuser. «Moderna intende lanciare 15 prodotti innovativi nei prossimi 5 anni — aggiunge — da quelli contro il cancro a quelli per le malattie rare».

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