Corriere della Sera

La Roma mette paura ai campioni di Germania ma poi si deve arrendere

Va sul 2-0, fatale l’autogol di Mancini: passa il Bayer

- Di Luca Valdiserri

C’è tanto romanismo nell’eliminazio­ne subita dopo aver messo paura al Bayer, recuperand­o lo 0-2 dell’andata con due rigori di Paredes e crollando poi sull’unico errore di Svilar, fin lì ciclopico, che finisce in porta per una deviazione incolpevol­e di Mancini. De Rossi è stato più bravo di Xabi Alonso, questa volta, ma non è bastato. La fatica peserà domenica contro l’atalanta, che avrà ben altro morale, ma la prestazion­e contro i campioni di Germania servirà come tappa di crescita. Il gol di Stanisic al 97’, il quattordic­esimo dopo il 90’ nella stagione, ha portato a 49 partite l’imbattibil­ità del Bayer ma la Roma non aveva scelta: erano tutti avanti per cercare l’ultimo miracolo.

Il primo tempo spiega anche ai marziani eventualme­nte sbarcati sulla Terra perché il calcio è qualcosa di unico e di diverso da ogni altro sport. La Roma lo chiude in vantaggio — rigore calciato da Paredes alla Neeskens, forte e centrale — dopo aver rischiato più volte di andare sotto. Decisive le parate di Svilar e un pizzico di fortuna quando il tiro di Palacios (29’) colpisce prima il palo e poi la schiena del portiere, con salvataggi­o disperato di Ndicka.

Risultato ingiusto, allora? No, perché la Roma si era guadagnata la fortuna con il suo impegno e il suo coraggio. Un anno fa, con Mourinho in panchina, i gialloross­i pareggiaro­no 0-0, concedendo di tutto all’avversario ma trovando la qualificaz­ione alla finale poi persa ai rigori contro il Siviglia e (soprattutt­o per Mou) contro l’arbitraggi­o dell’inglese Taylor.

La squadra di De Rossi — con Dybala tenuto in panchina in vista di Bergamo perché non al top — ha sfidato invece il Bayer sul piano del gioco. Perché doveva rimontare da 0-2 e non difendere un 1-0, certo, ma anche perché DDR vuole la crescita della sua squadra al di là del risultato.

Dove non arrivava il gioco di squadra, perché il Bayer ha in questo senso davvero una marcia in più, è arrivato l’impegno di tutti e l’episodio che al 41’ ha messo paura alla Bano yarena: Tah trattiene Azmoun in area di rigore, l’arbitro Makkelie giudica il contatto e fischia il calcio di rigore. È il momento che la Roma aspettava e che il Bayer temeva, visto che nei minuti di recupero Tapsoba deve prodursi in un salvataggi­o molto rischioso su Azmoun.

Nella ripresa, si ripete il copione. Il Bayer crea ma sa farsi ancora una volta male da solo. Questa volta è Hlozek a schiaffegg­iare il pallone con la masu corner gialloross­o. Il Var concede il rigore-bis e Paredes è ancora una volta freddissim­o dal dischetto.

Il Bayer si butta all’assalto, la Roma deve affrontare anche l’umanissima fatica. A dieci minuti dal termine, quando si può pensare ai supplement­ari, Svilar sbaglia l’uscita su corner, la palla sbatte contro Mancini e finisce beffarda in porta. In una partita piena di occasioni, i gol sono stati molto casuali.

Finisce con Frimpong e Adli che prendono vilmente in giro gli avversari. Il Bayer sarà una delle migliori squadre d’europa, non lo è il comportame­nto di molti suoi calciatori e dirigenti. Non sarà difficile, anche per i romanisti, tifare Atalanta in finale. E non solo perché una vittoria dei bergamasch­i aprirebbe la prossima Champions League anche alla sesta della serie A.

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Autogol Mancini devia il pallone nella sua porta (Afp)

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