Corriere della Sera

Ancelotti e la magia infinita «Un’annata per me inattesa La finale è già un successo»

Carlo: «Più forti degli infortuni, Joselu è un simbolo»

- Dal nostro inviato Paolo Tomaselli

Con il tetto chiuso, anche se la serata è magnifica, il nuovo Bernabeu ha un’acustica che incute ancora più timore, assieme ai monitor giganti sui quali tutto il pubblico può vedere in tempo reale le scelte della Var. Ma le rimonte impossibil­i al Real Madrid di Ancelotti riuscivano anche due anni fa, quando lo stadio era un mezzo cantiere, con interi settori coperti dai teloni. Allora forse il segreto di questa squadra che non muore mai, che non perde una finale dal 1981 e che l’1 giugno contro il Borussia Dortmund cercherà di vincere la sua quindicesi­ma Champions (sarebbe la prima a Wembley) in diciotto finali, è qualcosa che non si può spiegare. Anche per Carletto, che si prepara alla sesta finale della carriera e quattro su cinque ne ha già vinte: «C’è uno stadio fantastico, ci sono giocatori che non smettono mai di crederci. È qualcosa di magico. E poi abbiamo giocato bene, anche se è stato molto complicato, ma abbiamo avuto la forza di non perdere la testa. Bisogna ringraziar­e questi giocatori che hanno fatto una stagione che nessuno si aspettava, nemmeno io. Arrivare alla finale è un successo, qualsiasi cosa accada».

Parlare di fortuna è riduttivo e anche il fuorigioco sbandierat­o e fischiato al Bayern al 103’ (poi De Ligt ha segnato) è sembrato una chiamata corretta per quanto improvvida. In ogni caso la cattiva sorte è l’elemento che rendeva pessimista Ancelotti, la cui gestione dei problemi è esemplare (ora si è fatto male Tchouameni) e ha già portato la vittoria della Liga: «Non mi aspettavo una stagione così per gli infortuni che abbiamo sofferto — spiega — . Tutti parlavano delle lunghe assenze di Courtois, Militao, Alaba. Ma non ci siamo mai lamentati e la squadra ha usato questi guai per mostrare il proprio carattere. Joselu è il simbolo di questa mentalità».

L’attaccante che ha ribaltato il gol di Davies con una doppietta in 3’ a cavallo del 90’, due anni fa era anche lui a Parigi per la finale delle merengues, ma con la sciarpa al collo e un posto fra i tifosi: a 34 anni, in prestito dall’espanyol per 1 milione (e 1,5 di riscatto) il figlio di emigranti nato a Stoccarda ha fatto 17 gol, 5 in Champions. «Il Real è una famiglia — chiosa Ancelotti — dove tradizione e storia pesano». Sembra un avvertimen­to al Dortmund, che torna in finale a Wembley 11 anni dopo il derby perso col Bayern. Ma un centravant­i esploso tardi — il 31enne Fullkrug — ce l’hanno anche i tedeschi. E pure il loro allenatore, Terzic, era fra i tifosi nell’ultima finale: una storia da raccontare ce l’hanno tutti, anche se l’ultima parola ce l’ha quasi sempre il Real.

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Lo spagnolo Joselu, 34 anni, nel Real ha disputato 48 partite con 19 gol, 17 in questa stagione
(Afp) Decisivo Lo spagnolo Joselu, 34 anni, nel Real ha disputato 48 partite con 19 gol, 17 in questa stagione
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(Ap) Gioia Carlo Ancelotti, 64 anni, festeggia con Rudiger e Vinicius la qualificaz­ione alla finale di Champions del Real Madrid

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