Il Cio pressa Cortina e rilancia il piano B
In ansia per i tempi del cantiere della pista, Losanna apre a Innsbruck, St. Moritz e Lake Placid
La preoccupazione del Comitato Olimpico Internazionale per i ritardi nella costruzione a Cortina della pista di bob, slittino e skeleton per i Giochi Invernali 2026 si tramuta in un primo atto concreto: oggi il Cio incontrerà in modo riservato i gestori degli impianti di Lake Placid (Usa), Saint-moritz (Svizzera) e Innsbruck (Austria) per verificare l’operatività dei loro «piani B» da attuare se quello veneto fallisse. Le tre località erano quelle che lo scorso anno avevano presentato i progetti più convincenti per ospitare le gare all’estero, ora arriva la chiamata a tenersi pronti a metterli in pratica.
Una mossa obbligata dopo le durissime parole pronunciate da Christophe Dubi, il direttore esecutivo dei Giochi Olimpici, alla tv svizzera Rsi: «I lavori sono iniziati con estremo ritardo e le statistiche dimostrano che mai prima d’ora una pista è stata costruita in così poco tempo — ha spiegato l’alto dirigente del Cio — e c’è un rischio importante per il completamento del progetto e per assicurarne l’adeguata sicurezza». A Losanna non intendono perdere tempo. «Non ci saranno più deroghe: se ci fossero altri ritardi nel corso della prossima estate si dovrebbe decidere di sospendere i lavori e di non omologare l’impianto —: continua Dubi —. Spetta agli organizzatori scegliere l’alternativa più convincente, noi siamo a favore di Saint-moritz per la vicinanza a Livigno».
Il bando per la costruzione dell’impianto di Cortina è stato assegnato lo scorso 2 febbraio alla Pizzarotti di Parma per un importo base di 81 milioni di euro. Cortina è stata preferita a Cesana Torinese che pure aveva proposto una rapida ristrutturazione del budello già esistente. L’impresa e la Fondazione Milano-cortina hanno concordato che si dovesse lavorare «giorno e notte» per rispettare la data del 15 marzo 2025, imposta dal Cio come inderogabile per il collaudo: mancano solo 310 giorni.
A Cortina si parla di «avanzamento dei lavori poco visibile ma concreto» (dall’esterno del cantiere si nota solo la scomparsa del bosco di larici) e addirittura di anticipo sul cronoprogramma: tra qualche settimana dovrebbero essere presentati i primi 15 metri di pista (un centesimo della lunghezza finale) che sarà raffreddata a glicole. Il prossimo sopralluogo sarà il 15 giugno. Lo scetticismo del Cio resta alto ma anche le alternative non sono prive di rischi. A Lake Placid spiegano di essere pronti e offrono ospitalità, viaggi degli atleti a costo zero e premiazioni scenografiche a New York. Restano i problemi distanza e fuso orario. A Innsbruck va adeguato l’impianto di raffreddamento e anche a Saint Moritz, sede preferita dal Cio, le questioni aperte non mancano. «Dobbiamo potenziare l’impianto di illuminazione — spiega Martin Berthod, presidente dell’olympia Bobrun — ma abbiamo bisogno di ampio anticipo per organizzarci e per bloccare le camere negli alberghi. Ci serve una conferma in tempi rapidissimi». Qualunque soluzione si scelga, il tempo corre: trovarsi con un impianto non completato e le gare dei Giochi emigrate all’estero sarebbe uno smacco intollerabile.