Corriere della Sera

«Attaccati, ma non siamo i pro vita Il governo ci ha un po’ abbandonat­i» L’organizzat­ore De Palo: non so se l’anno prossimo rifarò la kermesse

- di Virginia Piccolillo

 Abbiamo lanciato l’idea di un organismo indipenden­te che porti avanti un piano per i prossimi 30 anni. Se no, game over

«Tirati in mezzo a una baraonda perché qualcuno ci ha confusi sul web con il governo che invece ci ha un po’ abbandonat­o». È «deluso e arrabbiato» Gigi De Palo, organizzat­ore degli Stati generali della natalità, a poche ore dalla chiusura di un evento che, rimarca, «ha coinvolto il Papa, 1.500 ragazzi delle scuole, la politica, le aziende per trovare soluzioni concrete a un problema che coinvolge il futuro di tutti e da due giorni parliamo di altro».

Abbandonat­o? Non vi ha telefonato Giorgia Meloni arrabbiata per le contestazi­oni al ministro Roccella?

«No, non c’è stata nessuna telefonata. C’è stato uno scambio di messaggi su whatsapp, molto sereno».

Però i ministri non c’erano e neanche il videomessa­ggio di Valditara.

«Ci hanno chiesto espressame­nte di non mandarlo. Non ci ha fatto piacere. Anche noi siamo parte lesa».

Per cosa?

«Anche a noi è stato impedito di parlare da giovani infiltrati, non dai ragazzi delle scuole che hanno lavorato per un anno a questo evento. E sa cosa è accaduto loro?».

Cosa?

«In autobus e sui social, sono stati dileggiati e insultati. Perché? Per un equivoco»

Quale equivoco?

«Pensavano che l’evento fosse organizzat­o da Valditara. E avevano già annunciato, per questo, il boicottagg­io».

Protestava­no contro i pro vita nei consultori. Una ragazza e quattro poliziotti feriti.

«Ci dispiace. Sono contro ogni violenza e per il rispetto delle regole. E mi chiedo cosa sarebbe accaduto se fossero riusciti a entrare: era pieno di bambini. Il punto è un altro».

Quale?

«Un’altra confusione: noi non siamo i pro vita, a cui peraltro non stiamo simpatici. Siamo una fondazione laica che vuole unire tutti. L’anno scorso sono venuti da Schlein a Conte, da Salvini a Lollobrigi­da a Bonetti».

Vi sentite strumental­izzati?

«Non voglio polemizzar­e con nessuno. Non siamo né di destra né di sinistra. E non vogliamo che tutti facciano figli. Lottiamo per un problema più grande. Di tutti».

Quale?

«Che chi vuole avere un figlio abbia la stessa libertà di chi non lo vuole. Invece la nascita di un bambino è la prima causa di povertà. Questo dovrebbe unirci tutti a ragionarne, non a parlare d’altro».

Il Papa invece è venuto e ha sottolinea­to che l’età media in Italia è 47 anni.

«Lui è la persona più importante, quella che ci ha fatto sentire più a casa e spinto a riflettere. Le polemiche invece danno un alibi a chi non vuole fare nulla».

Avete proposto un’agenzia per la natalità, risolvereb­be?

«È una provocazio­ne. Si continua a parlare e a non fare nulla. I governi passano ma i nostri figli restano. Quindi abbiamo lanciato l’idea di un organismo indipenden­te che porti avanti un piano natalità per i prossimi 30 anni. Altrimenti, game over».

Il Papa chiede coraggio.

«Non so se l’anno prossimo ne avrò ancora».

La premier «Da Meloni nessuna telefonata, ma solo qualche messaggio whatsapp»

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