«Attaccati, ma non siamo i pro vita Il governo ci ha un po’ abbandonati» L’organizzatore De Palo: non so se l’anno prossimo rifarò la kermesse
Abbiamo lanciato l’idea di un organismo indipendente che porti avanti un piano per i prossimi 30 anni. Se no, game over
«Tirati in mezzo a una baraonda perché qualcuno ci ha confusi sul web con il governo che invece ci ha un po’ abbandonato». È «deluso e arrabbiato» Gigi De Palo, organizzatore degli Stati generali della natalità, a poche ore dalla chiusura di un evento che, rimarca, «ha coinvolto il Papa, 1.500 ragazzi delle scuole, la politica, le aziende per trovare soluzioni concrete a un problema che coinvolge il futuro di tutti e da due giorni parliamo di altro».
Abbandonato? Non vi ha telefonato Giorgia Meloni arrabbiata per le contestazioni al ministro Roccella?
«No, non c’è stata nessuna telefonata. C’è stato uno scambio di messaggi su whatsapp, molto sereno».
Però i ministri non c’erano e neanche il videomessaggio di Valditara.
«Ci hanno chiesto espressamente di non mandarlo. Non ci ha fatto piacere. Anche noi siamo parte lesa».
Per cosa?
«Anche a noi è stato impedito di parlare da giovani infiltrati, non dai ragazzi delle scuole che hanno lavorato per un anno a questo evento. E sa cosa è accaduto loro?».
Cosa?
«In autobus e sui social, sono stati dileggiati e insultati. Perché? Per un equivoco»
Quale equivoco?
«Pensavano che l’evento fosse organizzato da Valditara. E avevano già annunciato, per questo, il boicottaggio».
Protestavano contro i pro vita nei consultori. Una ragazza e quattro poliziotti feriti.
«Ci dispiace. Sono contro ogni violenza e per il rispetto delle regole. E mi chiedo cosa sarebbe accaduto se fossero riusciti a entrare: era pieno di bambini. Il punto è un altro».
Quale?
«Un’altra confusione: noi non siamo i pro vita, a cui peraltro non stiamo simpatici. Siamo una fondazione laica che vuole unire tutti. L’anno scorso sono venuti da Schlein a Conte, da Salvini a Lollobrigida a Bonetti».
Vi sentite strumentalizzati?
«Non voglio polemizzare con nessuno. Non siamo né di destra né di sinistra. E non vogliamo che tutti facciano figli. Lottiamo per un problema più grande. Di tutti».
Quale?
«Che chi vuole avere un figlio abbia la stessa libertà di chi non lo vuole. Invece la nascita di un bambino è la prima causa di povertà. Questo dovrebbe unirci tutti a ragionarne, non a parlare d’altro».
Il Papa invece è venuto e ha sottolineato che l’età media in Italia è 47 anni.
«Lui è la persona più importante, quella che ci ha fatto sentire più a casa e spinto a riflettere. Le polemiche invece danno un alibi a chi non vuole fare nulla».
Avete proposto un’agenzia per la natalità, risolverebbe?
«È una provocazione. Si continua a parlare e a non fare nulla. I governi passano ma i nostri figli restano. Quindi abbiamo lanciato l’idea di un organismo indipendente che porti avanti un piano natalità per i prossimi 30 anni. Altrimenti, game over».
Il Papa chiede coraggio.
«Non so se l’anno prossimo ne avrò ancora».
La premier «Da Meloni nessuna telefonata, ma solo qualche messaggio whatsapp»