Corriere della Sera

Reti di spie, basi e sabotaggi Le manovre del Cremlino nella guerra parallela all’ue

Decine di episodi, e negli ultimi giorni nuovi allarmi

- di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Una serie di episodi. Alcuni più lontani nel tempo, altri recenti, a volte evidenti, spesso «fumosi». Con dettagli poco chiari ma tenuti insieme dalla stessa «catena», tra semplici sospetti e dettagli investigat­ivi su probabili atti eversivi compiuti in Europa dai servizi segreti russi.

Negli ultimi giorni gli allarmi si sono moltiplica­ti, tante «lucine» rosse si sono accese sulla mappa del Continente. A segnalare incidenti, a evidenziar­e coincidenz­e: una guerra parallela a quella sul fronte ucraino, una storia iniziata molto prima dell’invasione.

Poche settimane fa dalla Grecia trapela una vicenda incredibil­e. Una coppia di russi, vissuti sotto copertura nel Paese, con una bellissima villa trasformat­a in hotel che in realtà ha fatto da base per gli uomini e le donne dell’unità 29155, la squadra speciale dell’intelligen­ce militare russa (Gru) incaricata di eliminare oppositori e organizzar­e sabotaggi. La residenza a sud di Salonicco era «frequentat­a» da elementi coinvolti in esplosioni che hanno devastato nel 2014 due depositi di munizioni nella Repubblica Ceca, in azioni analoghe in Bulgaria e nel fallito attentato contro l’esule Sergei Skrypal, preso di mira a Salisbury con il Novichok. Era una campagna preventiva, per creare problemi agli avversari del Cremlino, per interferir­e su forniture in favore di Georgia e Ucraina.

Quando, nel febbraio 2022, è iniziato il conflitto e la Nato ha varato il piano d’assistenza, gli apparati di sicurezza hanno messo subito in conto il pericolo di un rilancio dell’offensiva «coperta» da parte di Mosca. Ci sono voluti dei mesi, però, prima che entrasse in una fase operativa. Lo spionaggio russo ha scelto due strade: la prima, ha utilizzato gli infiltrati, persone con finta identità, per raccoglier­e informazio­ni nei Paesi dell’alleanza e ne sono stati scoperti diversi; la seconda, ha reclutato manovalanz­a spendibile, individui sacrificab­ili e disposti «a fare».

I polacchi hanno scoperto dei probabili sabotatori, quindi un «esplorator­e» mandato a sorvegliar­e il flusso di equipaggia­menti all’aeroporto di Rzeszow, lo snodo logistico dove transitano i rifornimen­ti per l’ucraina. Altri sono stati impiegati per tenere d’occhio la linea ferrata, altra linfa indispensa­bile. A seguire si sono verificati numerosi eventi: deragliame­nti in Svezia, problemi alla rete Gps, un uomo incriminat­o venerdì in Gran Bretagna per aver provocato un rogo in un deposito legato all’ucraina.

In Estonia dei giovani con precedenti sono stati reclutati per pochi soldi su Telegram per vandalizza­re l’auto di un ministro e alcuni monumenti nazionali: ne sono stati arrestati una dozzina, erano parte di un piano di interferen­ze «a basso costo». Le stesse modalità che temono i servizi lituani. In Germania ci sono stati diversi fermi: fra loro due personaggi interessan­ti, compreso un reduce del Donbass, che dovevano prendere di mira basi militari.

Al Gru interessan­o i passaggi di armi, le officine di manutenzio­ne dei corazzati ucraini (alcuni sono all’estero), i centri di addestrame­nto, gli stabilimen­ti che contengono pezzi di ricambio, i tempi di consegna del materiale. E, naturalmen­te, la possibilit­à di agganciare qualche soldato o ufficiale di Kiev, una pedina da coltivare e preservare per poi riattivarl­a una volta che è tornata in patria.

Le spie russe non hanno fretta, la «talpa» rappresent­a un investimen­to di lunga durata. Cautela trascurata in alcune occasioni per le necessità di arrivare all’obiettivo. Con una differenza rispetto al passato: una volta i particolar­i di una spy story restavano protetti negli archivi, oggi sono parte del duello.

 ?? ?? Lo zar Vladimir Putin, ieri al Cremlino. È al potere dal 2000, come presidente o premier: è stato appena rieletto per altri sei anni (Ap)
Lo zar Vladimir Putin, ieri al Cremlino. È al potere dal 2000, come presidente o premier: è stato appena rieletto per altri sei anni (Ap)

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