Corriere della Sera

I 22 anni italiani (e i 22 alias) di Hamis Furti, droga, il coltello sempre in mano

Il 37enne è finito più volte in cella. Tre i decreti di espulsione

- C. Giu.

MILANO Quando Hasan Hamis è entrato in Italia, alla fine del 2002, alla guida del Paese c’era il secondo governo Berlusconi. Matteo Salvini era un istrionico e combattivo consiglier­e comunale a Milano, il Milan vinceva la Champions League nell’euroderby con la Juventus. Da allora sono passati 22 anni e anche se può sembrare incredibil­e, il 37enne marocchino Hasan Hamis che giovedì sera ha ferito gravemente il poliziotto Christian Di Martino, benché irregolare, pregiudica­to, con continui soggiorni in carcere, e tre ordini di espulsione a suo carico, non ha mai abbandonat­o il nostro Paese.

La storia di Hamis in Italia inizia il 18 dicembre 2002 a Napoli. È qui che viene fermato per la prima volta. Fornisce un nome falso. Uno dei 22 alias che nel corso degli anni darà alle forze dell’ordine: si spaccia per egiziano, palestines­e, addirittur­a israeliano. Nel 2004 il prefetto di Napoli emette a suo carico un provvedime­nto di espulsione. Ma Hamis non lascia l’italia né le autorità nazionali lo imbarcano su un volo per il Marocco. Altro provvedime­nto d’espulsione nel 2012. Nel frattempo Hamis ha colleziona­to precedenti per rapina aggravata, furto, lesioni personali, droga e sequestro di persona. In tutti i casi ha agito con un coltello in pugno. Tra il 2013 e il 2020 è più volte detenuto a Poggioreal­e (Napoli) e al carcere di Avellino.

Nel 2021 l’ufficio immigrazio­ne della Questura di Avellino cerca contatti con il consolato marocchino. Per espellere uno straniero è necessario che il suo Paese d’origine ne riconosca la cittadinan­za e l’identità. Da Rabat però non arriverà mai una risposta. A luglio dell’anno scorso il prefetto di Avellino ci riprova: ordine di espulsione e Hamis deve essere rinchiuso in un Cpr, i centri di permanenza per il rimpatrio. Ma — anche in questo caso vicenda incredibil­e ma non infrequent­e — nei Cpr non c’è posto. E allora l’ordine di espulsione si trasforma nell’ennesimo invito a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni. Cosa che ovviamente il 37enne non fa.

Si arriva così a domenica scorsa quando Hamis ricompare su un treno all’altezza di Bologna. Minaccia i passeggeri con un rasoio. Il capotreno chiama la Polfer che riesce a bloccarlo. Esce dagli uffici con una denuncia a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale. È in quel momento che probabilme­nte decide di salire a Milano dove non era mai stato fermato prima.

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Hasan Hamis, il 37enne marocchino irregolare che ha accoltella­to il poliziotto resta in carcere: l’ha deciso il gip
In cella Hasan Hamis, il 37enne marocchino irregolare che ha accoltella­to il poliziotto resta in carcere: l’ha deciso il gip

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