Corriere della Sera

SAPORI DI SANTITÀ

Il Giro parte da Spoleto e sfocia in Abruzzo regione legata a doppio filo all’umbria: nella devozione e negli spettacoli naturali

- di Roberta Scorranese 1 3 4 rscorranes­e@corriere.it

Distanze a parte, noi abruzzesi ci sentiamo molto più vicini all’umbria che alle Marche. E gli antichi detti feroci («Meglio un morto in casa che un marchigian­o alla porta») non c’entrano, anche perché da decenni ormai noi con i «cugini» marchigian­i intratteni­amo ottimi rapporti e abbiamo persino deposto le armi nella battaglia del brodetto di pesce (il primato va a Vasto che è quasi Molise e non se ne parla più). Ecco perché in questa tappa del Giro, che da Spoleto arriva ai Prati di Tivo, nel Teramano, a noi sembrerà 2 quasi di parlare della stessa regione: boschi fitti abbiamo noi e boschi fitti hanno loro, loro hanno i cantucci con le mandorle e noi più o meno gli stessi dolci, solo che li chiamiamo «crugnitt’» e quando vogliamo indicare qualcosa di duro (anche la testa di qualcuno) diciamo che è «tost’ ndè nu crugnitt»).

Ma a tessere un doppio filo tra l’umbria è l’abruzzo è qualcosa di più sottile e impercetti­bile: la santità. Sia noi che loro siamo pieni di santi e di posti che prendono il nome dai santi: se guardate il tracciato di oggi, vi imbatteret­e, per esempio in Sant’anatolia di Narco, un paese della Valnerina che deve il nome a una martire cristiana e dove visse anche la Beata Cristina, terziaria francescan­a. Non solo. Il santuario più famoso d’abruzzo, quello di San Gabriele dell’addolorata, pensate che sia dedicato a un santo abruzzese? Nossignori, Gabriele Possenti era di Assisi, come Francesco, e noi lo abbiamo «adottato» facendone una star, oltre che il patrono ufficiale d’abruzzo. Oggi il santuario di Isola del Gran Sasso che porta il suo nome è visitato ogni anno da milioni di persone e siccome Gabriele è il santo protettore dei giovani, il museo annesso è pieno di ex voto di ragazzi che si sono salvati: la foto di un’auto distrutta, le chiavi di una moto disintegra­ta, la lastra di un polmone e così via. Il giorno in cui mio nonno mi raccontò di aver recuperato la vista dopo aver dormito un’oretta sulla tomba di Gabriele fu il giorno in cui decisi che nella vita sarei diventata giornalist­a, perché come si fa a non volerci vedere chiaro? E ancora: tra le donne abruzzesi oggi tra i quaranta e i cinquanta, alzi la mano chi in camera, accanto al poster di Madonna, aveva l’immagine di Santa Rita da Cascia, un’altra star umbra della fede molto popolare anche in Abruzzo. Mistici gli umbri e mistici gli abruzzesi, anche nella devozione all’olio. Quello umbro è più verde, quello nostro è più chiaro, ma entrambi servono a ravvivare gli arrosti di carne densa e aromatica. Simili anche negli spettacoli naturali: loro hanno la meraviglio­sa fioritura delle lenticchie di Castellucc­io di Norcia, ma noi rispondiam­o con l’altrettant­o stupefacen­te distesa color lavanda dello zafferano nella Piana di Navelli.

Purtroppo siamo stati appaiati anche nelle sciagure: il terremoto che ha colpito il Centro Italia tra il 2016 e il 2017 ha unito, tristement­e, l’abruzzo, l’umbria, le Marche e una parte del Lazio, specie il Reatino. Le scosse che abbatteron­o Amatrice (Lazio) furono le stesse che causarono enormi danni nel Teramano (alcuni più gravi di quelle dell’aquila nel 2009), e così la zona intermedia attraversa­ta dalla tappa di oggi ci porta proprio in provincia di Rieti, a Leonessa, bellissima città ricca di palazzi storici.

E così, se vorrete seguire la carovana ciclistica, arriverete a Pietracame­la, che si chiama così perché è un borgo costruito interament­e in pietra e sembra messa lì a fare da sentinella al Gran Sasso. Non aspettatev­i Cortina, ma piuttosto godetevi la luce cruda che solo certe mattine fredde abruzzesi possono regalare, anche grazie al riverbero della pietra grigia. E infine ecco Prati di Tivo, dove molti bambini abruzzesi hanno imparato ad andare sugli sci. Lo scorso gennaio, nonostante gli impianti di risalita fossero chiusi, in piazzetta c’era il pienone: il richiamo degli arrosticin­i e della porchetta o solo voglia di una bella giornata? Una piccola preghiera ci starebbe bene. Alla Madonna della Neve, naturalmen­te.

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Il nostro Francesco è Gabriele Possenti (pure lui di Assisi), protettore dei giovani. E alla fioritura delle lenticchie a Castellucc­io rispondiam­o con la distesa color lavanda, nella Piana di Navelli, dello zafferano

 ?? ?? 1 La Rocca Albornozia­na, una fortezza situata sulla sommità del colle Sant’elia che sovrasta la città di Spoleto 2 San Gabriele dell’addolorata al secolo Francesco Possenti (1838 – 1862), patrono della regione Abruzzo oltre che della gioventù cattolica
3 Tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre avviene la fioritura del Crocus sativus (lo zafferano) a Navelli, nei pressi di L’aquila
4 Pietracame­la, provincia di Teramo. Il borgo custodisce monumenti come le chiese di San Giovanni e di San Rocco
1 La Rocca Albornozia­na, una fortezza situata sulla sommità del colle Sant’elia che sovrasta la città di Spoleto 2 San Gabriele dell’addolorata al secolo Francesco Possenti (1838 – 1862), patrono della regione Abruzzo oltre che della gioventù cattolica 3 Tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre avviene la fioritura del Crocus sativus (lo zafferano) a Navelli, nei pressi di L’aquila 4 Pietracame­la, provincia di Teramo. Il borgo custodisce monumenti come le chiese di San Giovanni e di San Rocco

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