IN VIAGGIO CON LE FIRME
Le strade magiche dell’Uzbekistan Tra Samarcanda e la tecnologia di oggi
U Un viaggio in Uzbekistan è un viaggio nella storia che corre a ritroso nei secoli, evocando condottieri come Gengis Khan e Tamerlano e percorrendo l’affascinante via della Seta, tra mercanti e caravanserragli. Ma oltre al suo glorioso passato, oltre alle bellissime moschee e madrasse che ne fanno un gioiello per gli amanti dell’architettura islamica, l’ex Repubblica sovietica vive anche un vibrante presente, con una spinta alla modernità che l’ha resa una delle destinazioni turistiche emergenti più richieste.
Racchiuso com’è nel cuore dell’asia Centrale, fino a pochi anni fa l’uzbekistan era poco esplorato, ma oggi si è aperto al mondo, svelando i suoi tesori ai visitatori curiosi di capirne gli orizzonti culturali ed economici. Così anche i lettori del Corriere della Sera che, dal 27 settembre al 4 ottobre, andranno alla scoperta delle sue città storiche e dei suoi luoghi più suggestivi, in un viaggio organizzato in collaborazione con Turisanda.
Il punto di partenza, dopo l’atterraggio a Urgench, è Khiva: la sua Ichan Kala, l’antica città murata, è stata il primo sito dell’uzbekistan a essere inserito tra i patrimoni dell’umanità protetti dall’unesco, già nel 1991, in virtù delle decine di monumenti storici, di mura, palazzi e minareti ornati di blu, racchiusi tra le quattro porte d’ingresso.
A Bukhara, dove si arriva con un volo interno, altri capolavori architettonici attendono i visitatori, come il complesso del Lyab-i-hauz e la madrasa dei quattro minareti, Chor Minor, ma non manca poi il tempo per curiosare fra i tre bazar coperti. Il viaggio prosegue verso Shakhrisabz, tra le rovine del palazzo di Tamerlano, per arrivare a Samarcanda, città che con il solo nome evoca tutto il crocevia di viaggi e commerci dell’asia Centrale. Visite che verranno arricchite di incontri e anche di una cena tradizionale in una casa tagica, prima di approdare, dopo un tragitto in treno, all’ultima tappa: Tashkent, capitale del Paese, esempio più evidente dell’impronta sovietica con la sua metropolitana piena di decorazioni e simboli, vera e propria opera d’arte urbana, la grande piazza dell’indipendenza, il teatro dell’opera. Ma la città guarda anche ai giovani e al futuro e i viaggiatori potranno averne racconto diretto attraverso un’esperienza che porta firma italiana: Tashkent ospita infatti un campus del Politecnico di Torino che proprio quest’anno ha celebrato i 15 anni di attività, forte dei già 1.500 laureati uzbeki e degli oltre 2mila studenti attualmente iscritti. «Non è poi così lontana Samarcanda», cantava Roberto Vecchioni, e dopo questo viaggio, senza dubbio, i viaggiatori si sentiranno più vicini a un mondo carico di suggestioni.