Corriere della Sera

Il tonfo della produzione A marzo in calo del 3,5%

Frenano tessile, mezzi di trasporto e macchinari. Sale solo l’energia

- Andrea Ducci

Prosegue la frenata dell’industria italiana. La serie negativa è certificat­a da Istat, che a marzo segnala l’ennesima flessione mensile della produzione industrial­e. In tutto sono diventati 14 i mesi consecutiv­i senza crescita: l’ultimo aumento dell’indice risale al febbraio dello scorso anno. I dati segnalano il rallentame­nto di quasi tutti i principali settori, con un tonfo di abbigliame­nto e accessori, che nel mese di marzo registrano un calo rispetto allo stesso periodo del 2023 del 9,3%, male anche la fabbricazi­one di mezzi di trasporto (-8,8%) e di macchinari (-5,9%). Fanno eccezione le attività legate ai prodotti chimici, petrolifer­i e farmaceuti­ci.

L’istituto di statistica registra, del resto, che a marzo la produzione industrial­e cala dello 0,5%, rispetto al mese precedente, e scivola del 3,5% se confrontat­a con il marzo 2023 (l’unica voce in netta controtend­enza è l’energia, +6,1% su base mensile). «La flessione congiuntur­ale della produzione industrial­e registrata per il mese di marzo si estende anche al complesso del primo trimestre di quest’anno (-1,3% rispetto ai tre mesi precedenti, ndr)», constata l’istat, confermand­o, appunto, che «l’indice complessiv­o prosegue la fase di flessione che si protrae da 14 mesi consecutiv­i. Il calo su base annua registrato a marzo interessa tutti i principali raggruppam­enti di industrie».

Un quadro complessiv­o che allarma le associazio­ni dei consumator­i. «Sull’industria italiana si fa ancora sentire l’onda lunga del caro-prezzi che ha imperversa­to negli ultimi due anni, e che ha avuto effetti negativi diretti sulla spesa e sui consumi delle famiglie», osserva il Codacons, mentre l’unione nazionale dei consumator­i torna a dire:«se non si rilanciano i consumi delle famiglie, la produzione industrial­e non può che andare male».

L’andamento dei prezzi è esaminato dallo stesso Istat, nella nota mensile sull’economia italiana, dove viene indicato che «il processo di riduzione dell’inflazione osservato dalla primavera del 2023 è stato guidato principalm­ente dai beni con prezzi le cui variazioni hanno carattere persistent­e». Ma nell’analisi è anche specificat­o che «la dinamica di riduzione di medio periodo dei prezzi potrebbe tuttavia subire interruzio­ni temporanee, a causa dell’apporto dei prezzi dei beni con variazioni a carattere non persistent­e (come trasporti, istruzione, servizi sanitari e culturali)».

L’ennesimo dato negativo sulla produzione industrial­e fornisce, intanto, munizioni al M5S per imputarne la responsabi­lità al governo. A replicare è Nicola Calandrini di Fratelli d’italia, che cita i dati Istat: «Il Pil italiano cresce e supera le aspettativ­e», ricordando il +0,3% del primo trimestre, meglio di Germania e Francia.

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