Corriere della Sera

La raccolta spinge Unipol: utili in aumento a 363 milioni

- Andrea Rinaldi

Il traino dell’assistenza sanitaria e della malattia. L’adeguament­o tariffario nel settore Danni, non solo nel ramo Auto. Ecco la benzina che ha messo il turbo ai conti di Unipol e che ha permesso di migliorare il combined ratio della compagnia, l’indicatore della redditivit­à della gestione tecnica nei Danni, che in un anno è passato dal 94,4% al 91,1% grazie anche dalla riduzione dei sinistri rispetto al primo trimestre del 2023. Nel primo trimestre il big assicurati­vo ha registrato infatti un utile di 242 milioni di euro (+7% rispetto all’analogo periodo del 2023), che però lievita a 363 milioni (+27%) se si consideran­o anche i contributi derivanti dalle quote azionarie — 19% circa — in Bper e Popolare di Sondrio. A tonificare i conti è stato l’andamento della raccolta, salita dell’8,7% a 4,2 miliardi, con i premi Danni aumentati dell’6,7% a 2,3 miliardi e quelli Vita dell’11,1% a 1,9 miliardi. Buone le performanc­e delle linee business «Mobility» (1,2 miliardi, +11,4%), «Welfare» (0,5 miliardi, +9,3%) e «Property» (0,6 miliardi, +3,7%3). «Siamo sul binario giusto» ma prima di dire conseguito l’obiettivo di fine piano del 92,6% occorrerà attendere «l’evoluzione delle catastrofi naturali», solitament­e concentrat­e nel secondo semestre, è stato cauto il direttore generale di Unipol e ceo di Unipolsai, Matteo Laterza. La performanc­e positiva del business Vita ha beneficiat­o del contributo della bancassicu­razione, che ha generato 748 milioni di flussi netti sulle gestioni separate: «Questo è molto utile perché ci permette di reinvestir­e flussi di cassa a tassi più alti ed è positivo per l’assorbimen­to di capitale che deriva dal business Vita». Quanto al livello di patrimonia­lizzazione di Unipol, il solvency ratio è al 271,5% (215% al 31 dicembre) e tale rimarrà anche dopo la fusione tra Unipol e Unipolsai: «Il numero finale dell’entità combinata dipende dal risultato dell’offerta: ipotizzand­o un grande successo dell’offerta manterremo più o meno lo stesso livello che abbiamo adesso», ha spiegato Laterza, per poi aggiungere: «Non tendiamo a prendere in esame la distribuzi­one di capitale agli azionisti perché l’ambiente di solvency 2 è molto volatile e dipende all’evoluzione dei mercati finanziari e il numero che è possibile vedere oggi potrebbe essere molto diverso a seconda dell’atteggiame­nto dei mercati».

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Matteo Laterza, direttore generale di Unipol e ad di Unipolsai
Manager Matteo Laterza, direttore generale di Unipol e ad di Unipolsai

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