La raccolta spinge Unipol: utili in aumento a 363 milioni
Il traino dell’assistenza sanitaria e della malattia. L’adeguamento tariffario nel settore Danni, non solo nel ramo Auto. Ecco la benzina che ha messo il turbo ai conti di Unipol e che ha permesso di migliorare il combined ratio della compagnia, l’indicatore della redditività della gestione tecnica nei Danni, che in un anno è passato dal 94,4% al 91,1% grazie anche dalla riduzione dei sinistri rispetto al primo trimestre del 2023. Nel primo trimestre il big assicurativo ha registrato infatti un utile di 242 milioni di euro (+7% rispetto all’analogo periodo del 2023), che però lievita a 363 milioni (+27%) se si considerano anche i contributi derivanti dalle quote azionarie — 19% circa — in Bper e Popolare di Sondrio. A tonificare i conti è stato l’andamento della raccolta, salita dell’8,7% a 4,2 miliardi, con i premi Danni aumentati dell’6,7% a 2,3 miliardi e quelli Vita dell’11,1% a 1,9 miliardi. Buone le performance delle linee business «Mobility» (1,2 miliardi, +11,4%), «Welfare» (0,5 miliardi, +9,3%) e «Property» (0,6 miliardi, +3,7%3). «Siamo sul binario giusto» ma prima di dire conseguito l’obiettivo di fine piano del 92,6% occorrerà attendere «l’evoluzione delle catastrofi naturali», solitamente concentrate nel secondo semestre, è stato cauto il direttore generale di Unipol e ceo di Unipolsai, Matteo Laterza. La performance positiva del business Vita ha beneficiato del contributo della bancassicurazione, che ha generato 748 milioni di flussi netti sulle gestioni separate: «Questo è molto utile perché ci permette di reinvestire flussi di cassa a tassi più alti ed è positivo per l’assorbimento di capitale che deriva dal business Vita». Quanto al livello di patrimonializzazione di Unipol, il solvency ratio è al 271,5% (215% al 31 dicembre) e tale rimarrà anche dopo la fusione tra Unipol e Unipolsai: «Il numero finale dell’entità combinata dipende dal risultato dell’offerta: ipotizzando un grande successo dell’offerta manterremo più o meno lo stesso livello che abbiamo adesso», ha spiegato Laterza, per poi aggiungere: «Non tendiamo a prendere in esame la distribuzione di capitale agli azionisti perché l’ambiente di solvency 2 è molto volatile e dipende all’evoluzione dei mercati finanziari e il numero che è possibile vedere oggi potrebbe essere molto diverso a seconda dell’atteggiamento dei mercati».