Eurovision, il televoto diventa un caso La Rai svela per errore i dati italiani
Angelina Mango potrebbe essere danneggiata. Stasera la finale: favoriti Croazia e Svizzera
MALMÖ Partecipare o vincere? «L’importante è viversela bene, voglio godermi ogni minuto senza pensare alla fine. Certo se arrivassi ultima sarebbe deludente, ma il risultato non conta, il regalo più grande per me è essere su quel palco: una volta scesa da lì, mi interessa essere contenta di quello che ho fatto e non avere più energie, tutta la mia carica voglio buttarla addosso alla gente». Angelina Mango ostenta tranquillità, ma in Svezia, a Malmö, era arrivata con prospettive ben diverse. Il cielo azzurro si è via via riempito di nuvole senza che lei ci potesse fare niente.
Se alla vigilia della manifestazione (stasera su Rai1 la finale, Amici trasloca a domani) c’erano buone speranze di poterla vedere almeno nei primi cinque, oggi la situazione si è maledettamente complicata. Il pasticcio fantozziano della Rai, che ha rivelato per errore i dati del televoto italiano — Israele in testa in modo siderale con il 39,3% dei voti, l’olanda seconda con appena il 7,3% — rischia di rivelarsi un boomerang. Questa sera infatti gli altri 25 Paesi in gara potrebbero fare scelte molto diverse, «punendo» il televoto «politico» degli italiani (in ottica pro Gaza) oppure dirottando su altre nazioni una preferenza che ha tenuto in bassa considerazione il rappresentante del loro Paese. La Rai ha parlato di «inconveniente tecnico» e «dati incompleti» ma il danno ormai era fatto.
Certo Angelina Mango — al di là di un inciampo di cui non è responsabile in nessun modo — sta vivendo un momento di popolarità e di successo che l’onda lunga di Sanremo continua a tenere vivo: «Tutto questo amore da parte del pubblico mi ricarica, io sono felice. La popolarità non mi ha tolto niente, anzi: le persone ora sanno che sono una cantautrice, prima lo sapevo solo io, più di così cosa posso chiedere?». La sua idea di musica è chiara: «Cerco di portare libertà sul palco, in tutti i modi, dalla scenografia al corpo, dai vestiti alle parole: la mia canzone, La noia, vuole mandare un messaggio positivo: ci si può rialzare dai momenti negativi». Le polemiche, il televoto svelato, le insofferenza per Israele: cosa ne pensa? La risposta l’ha affidata a un’esibizione improvvisata in sala stampa (sulle note di Imagine) e a poche parole: «Oggi ancora una volta voglio che parli solo la musica».
Ora però i favoriti vanno cercati altrove, in un campo ristretto che va dalla Svizzera alla Svezia passando per la Croazia. Lo svizzero Nemo pochi mesi fa si è dichiarato persona non binaria e il suo brano (The Code) riflette proprio sull’accettazione di sé e la necessità di seguire la propria strada (un tema molto nelle corde dei fan di Eurovision). La sua poi è una canzone certamente particolare, una mescolanza di pop-rap e opera che potrebbe far breccia nelle orecchie dell’europa.
L’olandese Joost Klein deve essersi invece chiesto se lo si notava di più se faceva un pezzo terrificante (Europapa)o se si fosse vestito in modo eccentrico. Lui, goloso, ha deciso di optare per la doppietta: a un brano techno-pop da dimenticare, ha abbinato un abito blu con spalline a punta esagerate e un tastierista vestito da gallina, dress code che nell’estetica folle della manifestazione danno però sempre parecchi televoti in più. Tra i candidati alla vittoria c’è anche la Croazia. La Rim Tim Tagi Dim cantata da Baby Lasagna è un clamoroso incidente di suoni, folk croato con inserti metal. Agghiacciante. Ma subito tremendamente orecchiabile.
Così dovrebbe essere se si votasse senza retropensieri. Perché in realtà le quotazioni di Ucraina e Israele sono realmente insondabili. La prima potrebbe ancora beneficiare dell’ondata emotiva di simpatia che la avvolge da quando è in guerra; il secondo suscita sentimenti molto divisivi, ma il risultato italiano potrebbe aprire scenari che fino a ieri erano rimasti inesplorati.
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