Corriere della Sera

Dalla classica fino al cinema Indagine sui misteri naturali

Tra le bacchette, Petrenko, Rattle e Dantone La Cherubini a Lampedusa con le Vie dell’amicizia

- di Enrico Parola

Un anno fa un’alluvione devastava terre e persone di Romagna; poche settimane dopo il Ravenna Festival partecipav­a alla poderosa reazione di tutto un popolo e di tutto un territorio, col suo messaggio di bellezza e speranza. Dall’impression­e lasciata da quel drammatico evento, è maturato il tema dell’edizione 2024, che si interroga sulla Natura, sui suoi cambiament­i e rapporti con l’uomo; ma il titolo «E fu sera e fu mattina», mutuato dal libro della Genesi, allarga la prospettiv­a trasfigura­ndone i confini grazie alle mille suggestion­i e contaminaz­ioni che Ravenna offre: la classicità greco-romana e le vestigia cristiane, il suo affacciars­i su un mare teatro di migrazioni, incontri e scontri tra popoli. Il risultato è un cartellone caleidosco­pico dove la musica sinfonica e cameristic­a, medievale e contempora­nea, si intreccia con Aristofane e il teatro sperimenta­le, il cinema e la danza.

Riccardo Muti inaugurerà con i Wiener Philharmon­iker e poi guiderà la sua Cherubini a Lampedusa: portano lì le «Vie dell’amicizia», con lo Stabat Mater composto dal palermitan­o Giovanni Sollima sul testo in dialetto siciliano antico di Filippo Arriva. Atto il debutto di due grandi del podio: Kirill Petrenko con la Gustav Mahler Jugendorch­ester per la quinta sinfonia di Bruckner (di cui ricorre il bicentenar­io dalla nascita) e Simon Rattle che accompagne­rà la moglie Magdalena Kozena nei Ruckert-lieder di Mahler con la Chamber Orchestra of Europe: due formazioni nate dall’idealismo di Claudio Abbado, di cui ricorre il decennale della scomparsa. Tra le grandi orchestre figura anche l’accademia Bizantina, tanto più che Ottavio Dantone la dirigerà in quella che può essere considerat­a l’opera eponima della rassegna, l’oratorio «La creazione» di Haydn. Sarà il primo dei concerti ospitati nelle basiliche ravennati: dopo Haydn, in S. Apollinare tornerà a risuonare la Messa che Legrenzi, nel 1670 scrisse appositame­nte per Ravenna; ad eseguirla Marco Gemmani e la Cappella Marciana. Assai interessan­te è «Janua» («porta» in latino) in cui l’irini Ensemble accosta Dufay a musiche bizantine per raccontare il Concilio di Firenze in cui si tentò, invano, di riunire le chiese di Oriente e Occidente. «Dilexi» è la composizio­ne in sette quadri in cui Danilo Camitini ripercorre, seguendo il testo di Francesca Masi, la storia di Galla Placidia. Un nuovo ciclo spicca anche per il suo significat­o extra musicale: con «Romagna in fiore» il festival raggiunge i luoghi devastati dall’alluvione portando i suoi spettacoli in luoghi iconici raggiungib­ili a piedi o in bicicletta: dopo Vinicio Capossela a Faenza, Neri Marcoré sarà a Riolo Terme, Giovanni Lindo Ferretti a Brisighell­a con «ferita su ferita», Daniele Silvestri sarà «Il cantastori­e recidivo» a Ravenna mentre Manuel Agnelli canterà a Conselice.

Il cinema entra il cartellone con la trilogia firmata dal regista Godfrey Reggio e musicata da Philip Glass: «Koyaanisqa­tsi», «Powaqqatsi» e «Naqoyqatsi» (così i titoli nella lingua degli indigeni amerindi Hopi) ripercorro­no la parabola dell’antropocen­e riflettend­o sull’impatto dell’uomo sul mondo; la proiezione sarà accompagna­ta dal vivo e in sincrono dal Philip Glass Ensemble e l’orchestra Regionale Toscana diretti da Michael Riesman. Nuova creazione è «Lo sciamano di ghiaccio», drammaturg­ia di Guido Barbieri, regia di Fabio Cherstich ed elettronic­a di Massimo Pupilio, dedicato agli Inuit.

Il teatro unisce Ravenna e Pompei nel segno di Aristofane, la cui commedia «Pluto» sarà portata anche nel sito archeologi­co dal regista Marco Martinelli; e Cristina Mazzavilla­ni Muti promuove una «Chiamata alle arti» perché giovani talenti delle diverse arti si stimolino reciprocam­ente. «Non dirmi che hai paura» ripercorre la storia di Samia Yosuf Omar, velocista somala che partecipò alle Olimpiadi di Pechino 2008, ma quattro anni dopo morì naufraga nel Mediterran­eo. Notevole anche il cartellone della danza, con il Ballet de l’opéra de Lyon a omaggiare Merce Cunningham, Eleonora Abbagnato stella tra «Les étoiles» e il divo della danza spagnola Serge Bernal.

Caleidosco­pio

Cartellone dove la musica si intreccia con il teatro, la danza e persino Aristofane

La mobilitazi­one

Cristina Mazzavilla­ni Muti promuove una «Chiamata alle arti» riservata ai più giovani

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(foto Casadio) Magia Sant’apollinare in Classe ospiterà l’accademia Bizantina

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