Alta velocità in pianura e grande agilità in salita
PERUGIA Ci sono due modi per vincere con 17” di vantaggio una cronometro quando hai 47” di ritardo dal leader e mancano soltanto 6 chilometri al traguardo: sperare che il battistrada fori due o tre volte e sbagli anche strada oppure chiamarsi Tadej Pogacar. Lo sloveno ha usato la Foligno-perugia di ieri come laboratorio per verificare il mostruoso lavoro fatto negli ultimi otto mesi dopo lo sconfortante 21° posto al Mondiale crono di Glasgow, dove sembrò incapace di produrre potenza e ballerino in sella. Durante l’inverno Poga ha cercato, tra galleria del vento e pista, una posizione in bici (Colnago gli ha costruito un nuovo telaio) che gli permettesse di erogare la sua mostruosa potenza (ieri 430 watt di media nei 12’ di salita) senza comprimere la cassa toracica e senza rendere meno efficace la pedalata come accadeva in passato. Partito due ore dopo Ganna, ha trovato (come Thomas e Martinez) un muro di vento contrario che lo scorso anno l’avrebbe messo in crisi: ieri l’ha cavalcato senza minimamente scomporsi. E una volta arrivato alla base della salita si è scatenato, recuperando 63” (il 10% del tempo di scalata!) a un Ganna bravissimo considerata la stazza e 1’13” a Thomas, bollito dopo le fatiche dei primi giorni. I due Ineos hanno provato una carta estrema per sfidarlo in pianura (l’uso del Powershift, deragliatore interno al mozzo posteriore che migliora aerodinamica e stabilità e quindi velocità), Poga li ha beffati con 60x46 anteriore (delicato da sincronizzare, ma la Emirates ha super meccanici) che gli ha permesso altissime velocità in pianura e la necessaria agilità in salita. Oggi Pogacar utilizzerà la salita dei Prati di Tivo come test per valutare il recupero e la resa del suo motore dopo l’ora di sforzo quasi massimale di ieri. Obiettivo, progettare al millimetro il dosaggio delle forze che dovrebbe permettergli di essere il primo ciclista dei tempi moderni a doppiare in modo vincente Giro e Tour de France.