La seconda vita del Chievo, rinasce con Pellissier
Dalla Champions al fallimento, il gol dell’ex bomber che acquista il marchio all’asta per 330 mila euro
Il Chievo è tornato, la favola può ricominciare. I sogni possono avverarsi anche due volte se l’ex bomber del club dei miracoli, Sergio Pellissier, arriva fino al curatore fallimentare per riprendersi quel gioiellino che tutta Italia ha ammirato come esempio di calcio sano e vincente e poi lo ha visto scomparire nel vortice di bilanci gonfiati e plusvalenze. Dalla Champions — nel 2006 — al fallimento: il passo non è stato brevissimo ma sofferto. Il lungo sogno di una squadra di quartiere diventata forte si era frantumato sotto gli occhi increduli di giocatori e tifosi, che pensavano già molto in grande. La fiaba è finita ed è diventata faida: Pellissier contro Campedelli, offerta e rilancio, l’ha spuntata il bomber, più ostinato e forse anche più innamorato di quei colori.
Nel 2021 Pellissier riparte da zero, iscrive con il suo vice Zanin la squadra al campionato di Terza Categoria col nome di Clivense e dopo aver formato una rosa tra dilettanti e semi-professionisti l’affida al tecnico Riccardo Allegretti. Nel giro di un anno, arriva la promozione in Serie D e l’iscrizione avviene grazie anche a una raccolta fondi che porta oltre 700 mila euro. Da qui comincia la rincorsa per (ri)prendersi la storia.
Mese dopo mese, Pellissier lavora per trovare finanziatori che possano aiutarlo a presentare un’offerta per il marchio Chievo: la base è di 100mila euro, ma c’è un forte concorrente, è Luca Campedelli, che dopo il fallimento del club ha cominciato a collaborare con il Vigasio (altra squadra del Veronese) dove qualche anno fa era finito a giocare un certo Pablo Granoche. Bisogna alzare la posta e ieri pomeriggio il Chievo ha visto l’alba della sua seconda vita, grazie ai 300 mila euro di Pellissier. Fa festa, l’attaccante. Si commuove. «Abbiamo riportato questo marchio ai tifosi che hanno sofferto con noi. L’urlo di liberazione? Ho rischiato di essere buttato fuori dall’aula, non ho saputo resistere, mi è sembrato di essere allo stadio» ha detto in una conferenza stampa improvvisata e affollata. Denominazione Chievo dalla prossima stagione? In campo con la stessa maglia dei miracoli?
Ci va cauto, il bomber, che vuole piazzare bene il tiro nel set, il suo gol più bello: «Decideremo insieme con calma Noi abbiamo rispettato fin dall’inizio le regole, nonostante fossimo i candidati migliori. Adesso abbiamo pagato il marchio ed è nostro. Sono emozionatissimo, è come una partita. Sono stati tre anni tremendi di attacchi e prese in giro». È il miracolo bis.