Sinuessa, Cuma, il lago Averno Mito e mistero si rincorrono
Sinuessa non smette di irradiare il suo fascino misterioso. Non lontana da Mondragone, fu una colonia romana marittima fondata nel 296-295 a.c. presso l’attuale località Torre San Limato nel Comune di Cellole. Gli scavi hanno portato alla luce tratti delle mura, case, edifici a uso pubblico, che si sono aggiunti alle vestigia di epoca repubblicana e imperiale. Questa colonia divenne nota per la produzione e il commercio di vini che partivano dal suo porto diretti in tutto il Mediterraneo oltre che, per le sue acque sulfuree. Vitruvio nel «De Architectura» descrive le meraviglie strutturali del porto, dai moli alle banchine tufacee, andato poi sommerso. Tuttora si possono riconoscere i tratti del basolato, mentre a 250 metri dalla linea di costa e a 3 di profondità si individuano numerosi manufatti. Proseguendo in questo itinerario culturale e paesaggistico, si può approdare, leggendo le poesie del premio Nobel per la letteratura Louise Glück, sulle rive del lago Averno («…Il passato fluttuava sopra la mia testa, come il sole e la luna, visibili ma mai raggiungibili…») che ha origini vulcaniche e secondo il mito era la porta di accesso al regno dei morti, forse per le esalazioni sulfuree che si levavano nell’antichità. Siamo vicini a Cuma, colonia greca: nel parco archeologico ci si addentra nell’antro dei vaticini della Sibilla (foto). Bisogna salire lungo la via Sacra per ammirare i templi di Giove e di Apollo, scoprire l’acropoli e rientrare nella città bassa e nel Foro con edifici sannitici e romani.