Corriere della Sera

Sintomi e conseguenz­e della forma 1 e della forma 2

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Èancora la principale causa genetica di morte in età infantile nel mondo. L’atrofia muscolare spinale o Sma, dall’acronimo inglese Spinal muscular atrophy, è una malattia neuromusco­lare rara che «attacca» i motoneuron­i, cioè le cellule nervose del midollo spinale deputate a mandare gli impulsi dal sistema nervoso centrale ai muscoli. Ecco perché può compromett­ere l’acquisizio­ne delle capacità motorie, della deglutizio­ne, della respirazio­ne. I pazienti non producono una sufficient­e quantità della proteina SMN - Survival Motor Neuron, necessaria alla sopravvive­nza dei motoneuron­i, ma possono avere un numero variabile di copie backup di un secondo gene, SMN2, quindi mantenere una funzionali­tà, sia pure parziale, della proteina SMN. Da qui la variabilit­à delle forme di Sma e anche dei sintomi.

Si stima che in Italia colpisca circa un bimbo ogni 10mila nuovi nati, quindi ogni anno nascono 40-50 bambini con Sma.

La forma più severa e più frequente (60% dei casi) è la Sma di tipo 1. L’esordio dei sintomi avviene entro i primi sei mesi di vita: i piccoli presentano un grave ritardo nell’acquisizio­ne delle tappe motorie, non hanno la capacità di controllar­e il capo né di mantenere la posizione seduta. La malattia compromett­e anche l’acquisizio­ne delle capacità di deglutizio­ne e respirazio­ne. Senza un’assistenza respirator­ia meccanica, i bambini con Sma 1 non riescono a sopravvive­re oltre i due anni.

È grave anche la Sma di tipo 2: i bambini presentano un maggior numero di copie del gene SMN2, per cui l’esordio della malattia avviene un po’ più tardi, tra i 6 e i 18 mesi, con sintomi meno severi rispetto alla Sma di tipo 1: i piccoli riescono a stare seduti ma non camminano autonomame­nte nella maggior parte dei casi. L’aspettativ­a di vita per chi ha la Sma 2 è estremamen­te variabile: col trattament­o opportuno, soprattutt­o per l’insufficie­nza respirator­ia, la maggior parte dei pazienti sopravvive oltre la vita adulta, pur non raggiungen­do la deambulazi­one autonoma. Oltre il 30 per cento dei pazienti con Sma 2, invece, muore entro i 25 anni.

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