UN RIPASSO DI STORIA
Il Giro oggi parte da Pompei e tocca le terre dei sanniti, dei longobardi, dei Borboni. E aleggia lo spirito di Giordano Bruno
Il ponte di Annibale e la cella del patriota Carlo Poerio. Le scorribande dei saraceni e l’acqua che scorre fino ad alimentare la meraviglia delle fontane della Reggia di Caserta. Un mondo, anzi tanti mondi. La storia, le strade e l’acqua che attraversano questa terra che verrà attraversata dal Giro d’italia. Nel percorso di 142 chilometri che da Pompei, il Parco Archeologico che nel 2023 ha attirato quasi 4 milioni di visitatori, arriva a Cusano Mutri, gli sbalzi del tempo, delle scoperte, dell’arte sono improvvisi e continui. 2
I feudi e la neve di Bocca di Selva, il pensiero nato troppo moderno del nolano che nel 1600 finì arso in Campo dei Fiori a Roma dopo aver ricombinato l’idea dell’universo, anzi degli universi, Giordano
Bruno, il frate domenicano rivoluzionario che ha cambiato per sempre il nostro modo di pensare, di guardare il mondo. Senza alcun bisogno dell’intelligenza artificiale. Nola, con la sua tradizione della festa dei Gigli.
Sanniti, romani, Carlo Magno, longobardi, angioini, aragonesi, francesi. Si entra e si esce dalla storia quando ci si allontana dalla traccia dell’alta Velocità e ci si affaccia nell’italia dei borghi, il tessuto dove i treni si fanno più lenti. Si arriva nella valle di Titerno, vicino a Cerreto Sannita, con il ponte di Annibale citato da Polibio. Il generale cartaginese che sconfisse i romani e che attraversò le Alpi con i suoi elefanti. Poi a Guardia Sanframondi, la famiglia commise l’errore di sostenere i francesi, la parte sbagliata e subì l’assedio di Alfonso V d’aragona per perdere tutto a favore della famiglia Carafa.
Nola, la città della festa dei gigli e di Giordano Bruno, tradito a Venezia perché, forse, non aveva voluto svelare il suo segreto di una memoria infinita. La capacità di ricordare, che tanto peso ha ancora oggi nell’età di Chatgpt. Viaggatore alle corti d’inghilterra e di Francia. E poi vittima dell’inquisizione.
Cerreto Sannita con i suoi 3.940 abitanti, la rivolta scoppiata nella metà del ‘700 per cui dovette intervenire addirittura il re, Carlo di Borbone. E poi Palma Campania con il suo Palazzo Aragonese dove re Alfonso andava per la caccia al falcone. Terre di feudi che qui vennero aboliti solo nel 1806, secoli dopo rispetto al resto d’italia.
Si intravede l’eremo di San Menna a Vitulano, terra occupata da Carlo VIII, passato ai Carafa e infine ai D’avalos. La longobarda Solopaca e il territorio del Taburno con il massiccio dal nome dolce «Dormiente del Sannio» perché sembra davvero una donna che riposa.
Dalle falde che nascono a Bucciano partono i 38 chilometri dell’acquedotto vanvitelliano costruito nel 1753 per rendere rigogliosi i giardini della Reggia di Caserta. Un pezzo di storia che comincia molto prima, nell’80 avanti Cristo con Lucio Cornelio Silla che conquista Nola e assegna le terre, come Cicciano, ai suoi veterani. E quel castello eretto per fermare le orde dei saraceni sbarcati a Mondragone. Con le tracce dei Templari.
Castagneti e castelli popolano queste terre interne. Come quello di Matinale, con le sue mura spesse 2,5 metri. Prima il generale francese Jean Etienne Championnet, emissario di Napoleone che non protesse la Repubblica Partenopea, 1799. E secoli dopo, nel 1943, divenuto quartier generale delle forze alleate. Imponente con la sua torre, il Castello di Montesarchio, roccaforte che difese i romani dai sanniti, poi dai barbari, poi i Longobardi, poi Carlo Magno. E poi prigione.
Tutto in questa tappa comincia da Pompei, la città che ha fermato il tempo. L’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, lo sterminatore Vesevo come scriveva Giacomo Leopardi, ci ha consegnato un fotogramma di un momento. Della vita quotidiana, dell’architettura, della pittura. E con i vicini scavi di Ercolano con i suoi papiri ha aperto la conoscenza di un mondo rimasto sepolto fino alla metà del Settecento. Da cui il viaggio della nostra storia riparte sempre.
Nola è la città della Festa dei Gigli e del grande filosofo, vittima dell’inquisizione, che non aveva voluto svelare il segreto della sua memoria infinita. Un tema che ha tanto peso anche oggi nell’epoca di Chatgpt