Cannes al via, Seydoux prima star Una sirena nel film di Sorrentino
L’esordiente Celeste Dalla Porta, 26 anni, protagonista a sorpresa di «Parthenope»
Alla porta del festival che sfoggia il meglio del cinema mondiale la prima a bussare è Léa Seydoux, musa imbronciata del cinema d’autore che stavolta però sbuca in una commedia pare squinternata, Le Deuxième Acte di Quentin Dupieux, scheggia impazzita del cinema d’oltralpe.
Poi ci sono i «vecchietti» che non mollano, Coppola, Schrader, Cronenberg. Ci sono Lànthimos fresco di Oscar con la sua musa Emma Stone, e il nostro Sorrentino, unico italiano in gara, alla settima presenza a Cannes (vinse per Il divo il premio della giuria), che con Parthenope gioca la carta di un’attrice esordiente. Celeste Dalla Porta. Che si sta godendo le ultime ore di anonimato. È in un film corale, accanto a celebrità come Stefania Sandrelli, Silvio Orlando, Isabella Ferrari, Luisa Ranieri, il premio Oscar Gary Oldman. Ma pare che Parthenope poggi per 2 ore e 15 sulle spalle di quella ragazza riservata di cui non si sa nulla.
Parthenope è lei, è nata a Milano 26 anni fa. Ha interpretato tre cortometraggi: nel 2022 La replica di Mauro Diez e Red mirror di Federico Russotto, nel 2021 Cecità, dal romanzo di Josè Saramago, di Niccolò Donatini. Ha fatto una piccolissima partecipazione in È stata la mano di Dio di Sorrentino.
Tanta preparazione e formazione. Un laboratorio teatrale nella prima adolescenza, il liceo artistico di Brera a Milano, il Centro sperimentale di cinematografia a Roma, una scuola di recitazione a Parigi. Balla e ogni tanto fa la modella. Suo nonno materno Ugo Mulas, scomparso nel 1973, è stato un grande fotografo che dopo essersi fatto le ossa al bar Jamaica di Milano, covo degli artisti, si impose alla Biennale di Venezia, e i suoi scatti di un mare senza orizzonte, ritratto in verticale, ora sembrano diventare le onde della riva della Croisette che accoglie i passi della sua ancora misteriosa nipote.
Che Celeste sia riservata lo si vede anche dal poco che pubblica su Instagram, dove conta soltanto 4753 followers.
Nel poster del film, tra le immagini dell’inglese Greg Williams (il fotografo di Blonde con Ana De Armas nei panni di Marilyn), Celeste nuota sott’acqua. Quando riemerge ti guarda con occhi pieni di innocenza e malizia che ricordano tanto la prima Sandrelli, quando dava sapore al mare.
Celeste misteriosa come la trama del film. Sarà sul mito della sirena che avrebbe fondato Napoli, o è la storia di una donna?
Sorrentino ha detto che «è il lungo viaggio della vita di Parthenope, dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e per gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare». In maniera un po’ nascosta parla di «derive malinconiche», di «perdita della speranza», di «ironie tragiche».
Chissà, forse c’è la ruggine del rimpianto e la spensieratezza della giovane età che in un istante, nella brevità della vita, si allontana, sullo sfondo di Capri e di Napoli, «questa città indefinibile che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male». Sembra un viaggio tra la ricerca della verità e la bellezza, nella fugace stagione della gioventù. E intanto la nuova sirena del cinema italiano richiama la sirena del mito di Ulisse.
Ci guarda dai social col suo sguardo da cerbiatto, dispensando informazioni col contagocce: è alta un metro e 69, le piacciono il nuoto, come al suo personaggio, lo yoga, ha l’hobby della chitarra e del canto (non delle sirene). È speciale anche il giorno in cui è nata, alla vigilia di Natale, il 24 dicembre 1997. Nelle prime immagini che circolano ha un’aria familiare e trasgressiva, indecifrabile, ipnotica come un carillon, acqua e sapone ma non finisce lì, ha le mille anime delle vestali,e con una sua doppiezza indefinita così maledettamente umana.
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