Valeria Golino regista, Minervini racconta «I dannati»
CANNES Ritorni di peso quelli degli italiani a Cannes 77, oltre a Paolo Sorrentino che, a parte È stata la mano di Dio, lanciato a Venezia, ha sempre scelto la Croisette come trampolino per i suoi lavori. A giudicarlo, nella giuria presieduta da Greta Gerwig, c’è anche Pierfrancesco Favino, qui pure tra i protagonisti della serie kolossal Il Conte di Montecristo di Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière.
Una lunga consuetudine anche quella di Valeria Golino che a Cannes ha presentato le sue prime regie, Miele e Euforia. E nel 2022 ha presieduto la giuria di Un certain regard. Il 22 maggio sarà protagonista di un Rendez-vous. E presenterà in anteprima il primo dei sei episodi della serie Sky L’arte della gioia, tratto dall’omonimo romanzo culto di Goliarda Sapienza. L’ha scritta con Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo, affidando alla giovane Tecla Insolia il compito di incarnare l’incredibile parabola di Modesta, nata in Sicilia il primo gennaio del 1900, poverissima. E passata dal convento ala nobiltà. Nel cast due compagne di strada di Golino, Jasmine Trinca e Valeria Bruni Tedeschi.
Ha già regalato alla Croisette il suo sguardo sull’america più profonda con i doc Stop The Pounding Heart e The Other Side. Roberto Minervini questa volta si misura con il suo primo film di finzione, I dannati, in gara a Un certain regard, subito in sala da giovedì. Quasi un prequel del suo cinema del reale, attraverso il ritratto ravvicinato, ambientato nell’inverno 1862, in piena guerra di Secessione, di un gruppo di volontari dell’esercito degli Stati Uniti.
Marco Bellocchio accompagna a Cannes Classic il restauro di Sbatti il mostro in prima pagina, del 1972 dedicato ai rapporti tra stampa e politica. Più attuale che mai. Mentre Rolando Ravello ci riporta al presente con la commedia corale Rumors in cui interpreta, accanto a Cate Blanchett, un premier italiano impegnato in un G7 dagli esiti tragicomici.