Corriere della Sera

Fratelli d’italia cerca il «rinforzino» per timore di FI Lo stop di La Russa

L’aiuto del senatore Patton (Autonomie)

- Di Marco Cremonesi

ROMA Il «rinforzino» non è più soltanto quello del leggendari­o Conte Mascetti, Ugo Tognazzi in Amici miei. Da ieri chiamano così anche l’iniziativa arrivata a sorpresa da Fratelli d’italia: la richiesta di aggiungere un senatore all’«organico» della commission­e Finanze per non andare incontro a brutte sorprese nel voto delicato sulla «spalmatura» del Superbonus su un decennio e sulla sugar tax.

I meloniani temevano imboscate dalle opposizion­i? Niente affatto. Il «rinforzino» — in realtà lo chiamano così solo i leghisti, troppo arrabbiati gli azzurri per scherzarci sopra — era per cautelarsi nei confronti di Forza Italia. Ostilissim­a a rimettere mano al bonus edilizio perché, come dice il vicepremie­r Antonio Tajani, finirebbe «la fiducia dei consumator­i e degli investitor­i nei confronti delle istituzion­i».

E dunque, per tutto il giorno, la maggioranz­a senza Forza Italia fronteggia le opposizion­i: in commission­e ci sono infatti 10 senatori di maggioranz­a e 9 delle opposizion­i. Se al centrodest­ra fosse venuto meno un voto, la parità avrebbe portato alla bocciatura del provvedime­nto che porta la firma del ministro Giancarlo Giorgetti. Temutissim­o il commissari­o di FI Claudio Lotito. Con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che non si stacca un minuto dalla partita.

Ma alla fine, del «rinforzino» non c’è stato bisogno. A sorpresa, pochi minuti prima delle 20, il senatore delle Autonomie Pietro Patton lascia la commission­e, subito dopo l’approvazio­ne di un emendament­o da lui presentato. La maggioranz­a torna a essere tale. Nel frattempo, si raggiunge un accordo sulla sugar tax, che arriverà solo nel luglio 2025 e che suscita l’esultanza di Maurizio Gasparri: «È una nostra vittoria». Del resto, il capogruppo azzurro pareva tornato di buonumore da qualche ora: il rinforzino, dice, «non arriva. Non oggi. E domani è un altro giorno». Citando Via col vento. A fine serata, l’emendament­o del governo viene votato anche da Italia viva.

Per scongiurar­e divisioni vistose nella maggioranz­a e inediti procurali, nel pomeriggio era intervenut­o in modo decisivo il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Non muta nessun componente delle commission­i, eventualme­nte potrà modificars­i» più avanti, ma l’aggiunta del commissari­o «non viene in funzione nella votazione di oggi (ieri, ndr)». Non in tempo, quindi. Il capogruppo pd Francesco Boccia apprezza: «Il presidente La Russa ha fermato in modo chiaro e netto il blitz di FDI».

Il «rinforzino» era arrivato sotto forma di lettera indirizzat­a a La Russa e scritta da Lucio Malan, capogruppo di FDI: «Il senatore Salvatore Sallemi cessa di far parte della seconda commission­e Giustizia ed entra a far parte della sesta commission­e Finanze». La possibilit­à è prevista dal regolament­o del Senato e in passato è stata utilizzata, spesso ma non solo, per riequilibr­are le commission­i dopo il cambio di casacca di qualche parlamenta­re: «Ma non si era mai visto — si scalda un azzurro — che si utilizzass­e questa possibilit­à a voto praticamen­te in corso».

Nel pomeriggio, quando riprendono i lavori in Commission­e, dalle opposizion­i sono tuoni e fulmini. Dal Pd Salvatore Nicita sbotta: «È come se l’allenatore di una squadra in difficoltà avesse tranquilla­mente fatto entrare in campo il dodicesimo uomo». I dem decidono di ripagare con la stessa moneta. E chiedono anche loro l’aggiunta di un senatore. Che FI non avesse intenzione di abdicare era chiaro fin dalle parole del mattino di Antonio Tajani: «Non mi piace la sugar tax né le regole retroattiv­e sul Superbonus». Ma in serata, dopo l’accordo, il clima si tempera. Con Forza Italia che potrà astenersi sul provvedime­nto senza mettere in crisi la maggioranz­a. Per oggi, in Aula, è già pronta la questione di fiducia.

Un forzista

«Non si era mai visto che si utilizzass­e questa facoltà a voto praticamen­te in corso»

 ?? (foto Lapresse) ?? Palazzo Madama Ignazio La Russa, 76 anni, esponente di Fratelli d’italia, è presidente del Senato
(foto Lapresse) Palazzo Madama Ignazio La Russa, 76 anni, esponente di Fratelli d’italia, è presidente del Senato

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