Downey Jr. si fa in quattro per la guerra in Vietnam
Full Metal Jacket, Apocalypse Now, M*A*S*H, Il Cacciatore. L’america ha raccontato la guerra in Vietnam, al cinema e in tv, decine di volte, ma mai lo ha fatto dal punto di vista vietnamita.
Succede ora, con Il simpatizzante, miniserie in sette episodi dal 20 maggio in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming su Now, che ha anche un’altra peculiare caratteristica: Robert Downey Jr. interpreta quattro diversi personaggi. L’attore è produttore della miniserie tratta dall’omonimo best seller premio Pulitzer di Viet Thanh Nguyen, insieme alla moglie Susan e allo showrunner Don Mckellar.
L’idea di avere uno stesso attore a ricoprire una serie di personaggi è venuta al regista, Park Chan-wook: «È la rappresentazione dell’america nel suo insieme. Era molto importante per me che il pubblico capisse che, per quanto quei quattro fossero personaggi diversi, rappresentavano tutti lo Zio Sam. C’era però una sottile linea da non oltrepassare, fra l’esagerazione necessaria per rendere quegli americani un unico simbolo e il rischio che diventassero caricatura». Massivamente truccato Robert Downey Jr. è quasi irriconoscibile mentre interpreta un agente della Cia, un politico, un accademico e un produttore hollywoodiano. «Tutti a rappresentare l’ establishment americano — dice Susan Downey —. Mio marito, che ama la storia e conosce molto bene quel periodo e quella guerra, si è divertito come un bambino». «Il fatto è che nel romanzo tutti i personaggi americani hanno gli stessi tratti: sono sbruffoni, inaffidabili, anziani, paternalistici e falsi — interviene Don Mckellar —. È venuto quindi spontaneo svilupparli come fece Peter Seller nel Dottor Stranamore».
La serie è raccontata in prima persona, sotto forma di memoriale dal carcere, dal protagonista, l’attore australiano di origini vietnamite Hoa Xuande. Un personaggio che non ha un nome ed è conosciuto solo come il Capitano, un doppio agente, metà francese e metà vietnamita, incaricato di aiutare la polizia segreta del Vietnam del Sud ma in realtà votato alla causa comunista.
Thriller, racconto di spionaggio, satira del colonialismo e dei suoi molteplici volti, Il simpatizzante è anche un’esplorazione della memoria storica degli States. Susan Downey: «Abbiamo girato nell’agosto del 2021, quando l’america lasciava l’afghanistan. Sembrava la caduta di Saigon. C’è una scena nella prima puntata che sembra tratta da un recente telegiornale. Strano come non s’impari mai dalla storia».