Meryl Streep: è il momento delle donne, invidio le produttrici
CANNES Meryl Streep ha cambiato il modo in cui si guardano le donne al cinema, come le ha riconosciuto Juliette Binoche. Ma l’attrice, Palma d’oro onoraria di Cannes 77, ha provato a cambiare anche la percezione degli uomini. Lo ha raccontato ieri al Rendez-vous in sala Debussy, accolta da un’ovazione interminabile. «I film sono la proiezione di sogni delle persone. Persino i capi degli studios li hanno e prima che arrivassero donne in quei ruoli era difficile che per loro immaginarsi nei panni di un personaggio femminile. Non n ci arrivavano. Il primo film in cui un uomo è venuto a dirmi che capiva come mi sentivo, è stato diavolo veste Prada», in cui interpretava la potentissima Miranda direttrice di una rivista di moda. «Mi ha detto: so cosa vuol dire essere quello che prende le decisioni. Lo trovo significativo; nessun uomo guarda Il cacciatore e si immedesima con me, la ragazza, ma con i personaggi di John Savage, Chris Walken, De Niro. Noi donne possiamo farlo. Loro non sanno mettersi nei nostri panni».
Molto, sottolinea Streep, 74 anni, tre Oscar, una filmografia enciclopedica, è cambiato dai suoi inizi. Anche in campo economico. «Le star più importanti oggi nel cinema sono donne. Certo, a parte Tom Cruise. È diverso da quando ho cominciato, quando a noi attrici tagliavano i compensi». Ma, sottolinea, c’è molto da fare. «Non arrendiamoci. I tempi sono cambiati, non solo nel cinema, ma la strada per l’uguaglianza è lunga». A differenza di tante sue colleghe — cita Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Natalie Portman —lei non si è butta anche sulla produzione. «Ho una casa di produzione di figli: nei ho fatti quattro e ho cinque nipoti».
Ha ricordato alcuni dei registi più cari: Mick Nichols («Ci faceva sentire speciali, gli interessava l’interazione con gli attori»), Spielberg («È un genio. Ha una comprensione assoluta della messa in scena»), Eastwood («Girò I ponti di Madison County in cinque settimane. Rapidissimo. Alle cinque si staccava e lui poteva andare a giocare a golf». E alcune scene cult, come quella di Robert Redford che le fa uno shampoo nel fiume in La mia Africa. «La trovo molto più sexy di tante scene di sesso»). Ogni film, dice, è figlio del suo tempo. «Quando ho girato Il cacciatore avevo visto gli effetti devastanti della guerra. Il mio fidanzato era andato in Vietnam. Anche le commedie raccontano a modo loro il presente». Una delle sue più amate, lo sa bene, è Mamma Mia! E, lo ha confermato, presto potrebbe fare il tris.