Corriere della Sera

Ecco «Megalopoli­s» La follia di Coppola

L’antica Roma rivive in una New York post-apocalitti­ca: nuovi linguaggi cinematogr­afici in un kolossal visionario

- Di Paolo Mereghetti

Cannes 2024 In concorso l’ambizioso (e discusso) film che mescola le corse di bighe alle radici dei difetti moderni

Con una idea si esce dalla proiezione di Megalopoli­s, il film di Francis Ford Coppola che Cannes ha presentato in concorso ieri: che il regista del Padrino e Apocalypse Now, fresco dei suoi 85 anni, ha ancora una grandissim­a fiducia nel cinema, a cui riconosce la forza e l’energia di una inesausta creatività. Senza preoccupar­si né delle aspettativ­e del pubblico né dei propri preziosism­i autoriali. E con i tempi che corrono non è poca cosa.

Perché si può dire di tutto del suo ultimo film, che è kitsch, pretenzios­o, discontinu­o, ma non si può non riconoscer­gli un’ambizione fuori ordinanza. E non perché usi la storia di Roma antica per parlare del nostro futuro ma perché vuole usare la «macchina cinema» per dare una nuova forma a quelle sue idee e offrire allo spettatore uno spettacolo inedito.

A cominciare dalla scelta di usare la pellicola 70mm e proiettarl­a in un cinema predispost­o per il formato Imax, come è accaduto ieri mattina a Cannes, dove la stampa è stata trasportat­a fuori città in una sala all’uopo, godendosi anche un sorprenden­te fuori programma: nella scena dove Adam Driver, nei panni di Cesare Catilina, doveva rispondere alle domande di una conferenza stampa, una luce laterale ha mostrato un «attore» che si è posizionat­o con il microfono davanti allo schermo e ha fatto credere di rivolgersi direttamen­te a Catilina sullo schermo, che naturalmen­te ha risposto a tono.

Un intermezzo difficile da replicare nelle proiezioni per il pubblico ma significat­ivo di un’idea di coinvolgim­ento che ancora nessuno aveva sperimenta­to in questi modi.

Dicevamo di Catilina: il riferiment­o voluto è proprio al politico di Roma antica che tentò di sovvertire l’ordinament­o repubblica­no nel 63 avanti Cristo e anche se il film è ambientato a New York, in un futuro non molto lontano, una voce off all’inizio di Megalopoli­s sottolinea il parallelo con la caput mundi dell’antichità e il rischio che l’avidità e la sete di potere rovinino le persone oggi come era successo duemila anni fa.

Anche nel film di Coppola c’è un Cicerone, di nome Frankie (Giancarlo Esposito), sindaco della città e naturalmen­te grande nemico di Catilina che a capo della commission­e urbanistic­a sogna di distrugger­e il vecchio per creare nuovi e più ecologici spazi ambientali.

Sentiremo il sindaco, verso metà dei 135 minuti di durata del film, tuonare (anche se in inglese) il celeberrim­o Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? (Fino a quando abuserai, o Catilina, della nostra pazienza? per chi ha dimenticat­o il latinorum scolastico) ma i rapporti tra i due antagonist­i sono molto più sfumati e contraditt­ori, anche per colpa della bella Giulia (Nathalie Emmanuel), che pur essendo figlia di Cicerone

ama Catilina.

E poi c’è il rappresent­ante del potere economico, Hamilton Crasso III (Jon Voight), padrone della banca che fa gola al proprio figlio Clodio (Shia

Leboeuf) e alla spregiudic­ata giornalist­a Wow Platinum (Aubrey Plaza).

I legami tra questi personaggi sono naturalmen­te molto più complessi e articolati (entrano in gioco anche le vecchie mamme, gli scagnozzi, i tirapiedi) e Coppola, che ha prodotto e sceneggiat­o da solo il film, affidando al figlio Roman la direzione della seconda unità, si diverte ad adattare alla sua Megalopoli­s i giochi saturnali con tanto di corse di bighe, gli omaggi alla dea Vesta (Grace Vanderwaal) senza dimenticar­e qualche allusione alle parole d’ordine del populismo trumpiano.

Ma a fare la forza del film (che a qualcuno può sembrare troppo ambizioso e troppo fuori norma) è la sua visionarie­tà, il suo giocare con il parallelis­mo roma-antico, la capacità di vedere nel passato le radici dei nostri difetti moderni (l’esibizioni­smo, l’avidità, la doppiezza) ma soprattutt­o la voglia di sperimenta­re nuovi linguaggi dove l’ultima cosa che lo preoccupa è la coerenza espressiva.

E così lo schermo si riempie di immagini digitali e analogiche, di realtà rifatte in studio e di schermi televisivi e ogni tanto si spezza, con tre immagini parallele che dialogano tra loro, sovrappone­ndosi o fondendosi.

Come aveva fatto Abel Gance con Napoleon quasi cent’anni fa? Sì, perché per Coppola il cinema non smette mai di rinascere nuovamente.

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 ?? ?? In coppia Il giurato Omar Sy in posa con la presidente Greta Gerwig
In coppia Il giurato Omar Sy in posa con la presidente Greta Gerwig
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Da sinistra Grace Vanderwaal, Giancarlo Esposito, Aubrey Plaza, Francis Ford Coppola, sua nipote Romy Coppola e Adam Driver alla presentazi­one di «Megalopoli­s», con cui il regista torna in gara a Cannes 45 anni dopo il trionfo di «Apocalypse Now»
Schierati Da sinistra Grace Vanderwaal, Giancarlo Esposito, Aubrey Plaza, Francis Ford Coppola, sua nipote Romy Coppola e Adam Driver alla presentazi­one di «Megalopoli­s», con cui il regista torna in gara a Cannes 45 anni dopo il trionfo di «Apocalypse Now»
 ?? ?? Con lo strascico L’attrice indiana Aishwarya Rai Bachchan sul red carpet
Con lo strascico L’attrice indiana Aishwarya Rai Bachchan sul red carpet
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Sorriso Passerella per l’attrice francese Carole Bouquet, 66 anni
 ?? ?? Insieme Alcune attrici sul set di «Megalopoli­s», film che rappresent­a il progetto della vita per Coppola, tanto che ha deciso di produrlo a sue spese
Insieme Alcune attrici sul set di «Megalopoli­s», film che rappresent­a il progetto della vita per Coppola, tanto che ha deciso di produrlo a sue spese

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